Circa 20 anni fa due dei cartoni animati più popolari tra i bambini italiani erano Goldrake e Mazinga Z, entrambi manga disegnati da un autore destinato ad avere molta fortuna, Kiyhioshi Go Nagai.
Oggi anche la Divina Commedia, peraltro già molte volte oggetto dell’attenzione di svariati fumettisti, è entrata a far parte del mondo dei manga grazie a Nagai.
Sembra che l’inizio di questo strano connubio sia avvenuto durante l’infanzia di Kiyhioshi, che per caso trovò nella biblioteca di famiglia l’opera dantesca e rimase particolarmente colpito sia dalla storia che dai disegni di Gustave Doré.
Uno in particolare lo impressionò più degli altri: Lucifero che, nella Caina, mangia le sue vittime. Questa immagine opportunamente rielaborata ritorna in uno dei suoi manga più famosi, Debiruman, o Devilman, personaggio creato a seguito dell’incarico datogli nel 1971 dalla casa di produzione Kodansha.
Tuttavia Go Nagai non si è limitato a prendere spunto dall’opera dantesca ma l’ha in effetti trasformata in un vero e proprio Manga che ripercorre in modo inusuale le tappe del terribile viaggio del nostro Poeta e lo porta ancora una volta scoprire cosa c’è oltre la morte. I disegni appaiono una rilettura in chiave moderna delle illustrazioni di Doré, mentre il manga, seppure assai più leggera sia da un punto di vista narrativo che da quello allegorico, mantiene un certo valore in quanto permette di rendere fruibile un classico estremamente complesso della nostra letteratura anche a chi altrimenti non avrebbe potuto conoscerlo. Il ritmo non è ovviamente molto incalzante, ma procede lento e segue la storia originale, sebbene dia maggiore spazio alle figure demoniache disegnate secondo lo stile dell’autore giapponese, ossia possenti e minacciose come, del resto, la tradizione dei disegni dello stesso Doré le ha tramandate.
I giudizi dei lettori sono in generale positivi: c’è chi sostiene che sia una lettura piacevole e leggera come solo i manga sanno offrire e che raggiunga in sé la perfetta fusione tra il taglio dei celebri fumetti giapponesi e la bellezza dell’opera letteraria, seppur opportunamente semplificata; poi, c’è chi ritiene che l’accuratezza dei disegni e dei fondali permetta di sentire meno profonda l’assenza della malinconia e della profondità a cui Dante ci ha abituato, sebbene talora il mangaka si lasci andare a scene fin troppo crude. In generale tutti sono concordi nel trovare molta vicinanza tra i disegni di Doré e quelli di Nagai.
Salve
E’ vero che diversi autori di fumetti si sono cimentati con la “Commedia” di Dante. Il vostro link indirizza alle varie elaborazioni disneyane e di toninelli o ai concorsi del centro di cultura dantesca per le scuole (questi ultimi obbligatoriamente e sempre di natura pseudo-umoristica). Ma a parte il grande Go Nagai, mai nessuno, forse si è realmente cimentato con una riduzione ragionata, drammatica e avventurosa dell’opera dell’autore fiorentino. Tranne le illustrazioni di Dalì o più recentemente le poche tavole di moebius, glaser e mattotti manca una nuova lettura dinamica, flessibile e moderna di una delle opere letterarie della cultura mondiale sempre avvincente.
Dal 2004 mi sto occupando di rielaborare con il fumetto e con una forma più prosaica e vicina al contemporaneo, le gesta di un uomo fatto di carne e ossa che per redimere se stesso scende negl’inferi e scopre la parte più oscura di se stesso.Dante nel mio progetto non rimane “distaccato”, come nelle illustrazioni di Dorè ma affonda le mani nel fango solo per il ricordo immortale di una donna (Borges).
Mi farebbe piacere un vostro commento sui primi studi e post del mio blog.
Saluti
Francesco Conte