Quando si pensa all’Italia, si sa, si pensa purtroppo anche alla mafia. Questa parola è probabilmente e sfortunatamente una delle più esportate dell’intera penisola. Ma cosa si conosce veramente di questo problema? Gli stessi Italiani liquidano spesso la questione riconoscendo che si tratta di una piaga socio-economica, ma in fondo limitata ad alcune regioni, come ad esempio la Sicilia o la città di Napoli (come leggiamo in questi giorni su tutti i quotidiani). Gli stranieri poi hanno un’idea della criminalità di stampo mafioso stile hollywodiano, vedi “il Padrino” o la più recente serie televisiva “I Soprano”. Niente di più lontano dalla realtà ovviamente.
Per scoprire cos’è la mafia ecco alcuni siti di italiani impegnati nella lotta alla cultura mafiosa:
www.peppinoimpastato: sito dedicato a Peppino Impastato, giornalista vittima della mafia, dalla cui tragica storia è stato tratto anche un film bello e commovente. Nel sito troverete la sua storia, i suoi scritti e molte testimonianze di una Sicilia onesta e coraggiosissima. Sempre su Impastato visitate anche www.centroimpastato.it e leggete la bella poesia “ricordati di ricordare.”
www.ammazzatecitutti.org è il sito dei giovani calabresi mobilitatisi dopo l’assassinio del vicepresidente della regione Calabria Fortugno. È ricco di notizie e aggiornamenti e di loro dicono: “siamo ragazze e ragazzi con con storie e percorsi di vita diversi, ma che vogliono tracciare insieme la strada per un vero riscatto civile della nostra terra. Siamo giovani uomini e giovani donne, e da oggi vogliamo essere gli occhi, la bocca, le braccia e le gambe di Franco Fortugno e di tutti i Giusti, che voi, uomini di tutte le mafie, credete di aver ucciso.”
Se andiamo a Napoli troviamo invece un blog di studenti, dove ad esempio si possono trovare i risultati di un sondaggio svolto dagli stessi studenti e le loro conclusioni: “se è vero che il 40% dei ragazzi intervistati non ha fiducia nelle Forze dell’Ordine e che il 71% pensa che il Mezzogiorno d’Italia ci sia più criminalità rispetto al Centro Nord Italia, è anche vero che soltanto il 26% dei ragazzi ha intenzione di lasciare la propria città per andare a vivere altrove. Questo denota un forte attaccamento alla nostra terra e se consideriamo che il 63% degli intervistati ritiene che la Camorra sia un fenomeno da combattere, si comprende quanto sia forte la voglia di migliorare la situazione.”
www.iostoconroberto.blogspot.com difende invece lo scrittore Roberto Saviano, recentemente minacciato di morte dalla camorra per aver denunciato nel suo libro “Gomorra” gli affari criminali delle famiglie camorriste della città partenopea.
www.libera.it è infine il sito dell’associazione più famosa contro la mafia, ha anche versioni in inglese, francese e inglese. Interessante la sezione dedicata ai beni confiscati alla mafia anno per anno e quella ai prodotti delle terre confiscate.
Dopo questa navigata avrete forse un’idea meno stereotipata della mafia e proverete magari una sentimento di grande stima per l’impegno civile di tanti comuni cittadini.
When one thinks of Italy, one think, one also unfortunately thinks of the mafia. This word is probably and unfortunately one of the most exported of the entire peninsula. But what is truly known of this problem? The Italians themselves often settle the question by recognizing that it is a socio-economic curse but after all it is limited to certain regions for example Sicily and Naples (as we read these days in every newspaper). The foreigners then have an idea of the crime of the typical “Mafioso” through Hollywood; you see “the godfather” or the most recent television series, “The Sopranos”. Nothing is further from the truth. In order to discover here are some other sites of Italians committed to the fight against Mafia culture:
http://www.peppinoimpastato.com: site dedicated to journalist Peppino Impastato, victim of the Mafia, whose tragic story was told in a beautiful and moving film. In this site you will find his story, his writings and many testimonials of an honest and courageous Sicily. The site http://www.centoimpastato.it also talks about Impastato and here; you can read the beautiful poem “remember to remember”.
http://www.ammazzatecitutti.org is the site of the young Calabians who mobilized after the assassination of the vice-president of the Calabria Fortugno region. It’s full of news and updates and their motto is: “we are young men and women with different stories and walks of life but that want to create a path together for the real civil rescue of our land. We are young men and women and today we want to be the eyes, the mouth, the arms and the legs of Franco Fortugno and of all the honest people, that you, men of the Mafia believe you have killed.”
If we go to Naples instead we find a student blog where, for example, you can find the results of the poll of the same students and their conclusions were, “it’s true that 40% of young people interviewed don’t trust in the police force and that 71% thinks that the South of Italy has more criminals in respect to the rest of the country, it’s also true that only 26% of the people intend to leave their own city. This denotes a strong attachment to our land and if we consider that 63% of those interviewed considers that the Camorra (the Neapolitan mafia) is a phenomenon to fight, one understands how strong the will is to improve the situation.”
http://www.lostconroberto.blogspot.com instead, defends the writer Roberto Saviano, recently received death threats from the Camorra for having denounced the criminal affairs of the Camorriste family in Naples in his book “Gomorra”.
http://www.libera.it finally, is the most famous site against the Mafia; it also has versions English and French. The section dedicated to the goods confiscated from the Mafia year by year is interesting.
After this exploration you will have less stereotypes of the Mafia and hopefully you will feel more empathy towards these communities commitments against the Mafia.
LA SICILIA HA UNA SUA STORIA SPESSO DIMENTICATA E NON SCRITTA’ LA STORIA DI UNA LUNGA LOTTA DI LIBERAZIONE CHE ANCORA CONTINUA E DI CUI NON SI INTRAVEDE LA FINE,LA STORIA DELLA GUERRA CONTRO LA PREPOTENZA,CONTRO LO SFRUTTAMENTO,CONTRO IL CLIENTELISMO, CONTRO IL PARASSITISMO E L’OSTENTAZIONE DI RICCHEZZE RUBATE ALLA POVERA GENTE E AI LAVORATORI ,CONTRO LE COLLUSIONI DEL POTERE CON I SIGNORI DELLA VIOLENZA,IN UNA PAROLA CONTRO LA MAFIA.NELLA MIA PITTURA HO CERCATO DI TRACCIARE ALCUNI MOMENTI DI QUESTA TRAGICA STORIA,RAFFIGURANDO STORIE,VISI ATTIVITA’SENTIMENTI,VALORI,CUI FA DA COREOGRAFIA LA NOSTRA LUCE MEDITERRANEA,LA VIVACITA’DEI COLORI CHE CI CIRCONDANO E LA COSTANTE E PREPOTENTE RINASCITA ED ESPLOSIONE DELLA NOSTRA VEGETAZIONE,ATTRAVERSO IL LAVORO DELLA NOSTRA GENTE.CHI VUOLE VISITARE LE OPERE PITTORICHE CONTRO LA MAFIA http://WWW.GAETANOPORCASI.IT. CHI VUOLE SCRIVERE AL PITTORE GAETANO PORCASI INFO@GAETANOPORCASI.IT
Grazie Gaetano, bellissime le tue opere, così intense di colori solari e vive! e grazie anche per la tua testimonianza di lotta contro la mafia e le sue subculture… buon lavoro e in bocca al lupo!
I PROFESSIONISTI DELL’ANTIPIZZO, IL CASO LO BELLO
Quando parliamo di mafia, ci tocca ragionare anche su una sottocultura di luoghi comuni e di ammiccamenti poco raffinati ma utilissimi a prendere le distanze, a celebrare dubbi, a insinuare malizie. Cominciò Leonardo Sciascia ventuno anni fa prendendosela con i professionisti dell’antimafia, e fu pessimo profeta perchè di quei cosiddetti professionisti (Sciascia ne citò per cognome e nome uno per tutti: Paolo Borsellino) i sopravvissuti sono proprio pochini. Adesso siamo ai professionisti dell’antipizzo. Anzi, al professionista: Ivan Lo Bello, presidente degli industriali siciliani, colpevole d’aver promesso (e mantenuto) di cacciar via dall’associazione gli imprenditori che avessero preferito pagare e tacere. Tra qualche settimana dovrebbero riconfermarlo nell’incarico, ma i suoi colleghi di Catania hanno già aperto il tiro a bersaglio: «Lo Bello? Non lo votiamo. Troppo monotematico con questa sua fissazione sul pizzo». E subito si sono alzati gli echi malevoli, le voci di contorno e di rimbalzo: la battaglia contro il racket? Una vetrina, una passerella, una trovata per farsi pubblicità…
Sono gli stessi argomenti, magari un po’ dirozzati, che usarono molti anni fa commercianti e imprenditori palermitani contro Libero Grassi. Colpevole d’aver detto, anzi d’aver proclamato con tutta la carica emotiva di una denunzia in televisione, che lui il pizzo non lo avrebbe mai pagato. I commenti di molti suoi colleghi furono un repertorio di grossolano buon senso: certe cose non si dicono, non si denunziano e soprattutto non si raccontano in tivù; meglio pagare, tacere e conservarsi in salute. Libero Grassi lo ammazzarono una settimana dopo il florilegio di quei commenti.
Ora, non sappiamo se gli industriali che si sono schierati, con siffatti argomenti, contro Lo Bello abbiano presente quanto la mafia abbia gradito la loro scomunica. Non sappiamo se si rendano conto che il gesto di quel loro presidente aveva, da solo, riscattato lustri di opacità. Non so se la memoria li soccorre per ricordare che il predecessore di Lo Bello fu allontanato dall’incarico con ignominia dopo aver scoperto le tresche d’affari che mescolavano i suoi soldi a quelli di una veccia famiglia mafiosa palermitana.
No, davvero non sappiamo se ci sia consapevolezza sulla violenza di certi gesti, di certi ammonimenti. Sciascia, forse, non se ne rese conto: ma chi si nutrì di quel tristo riferimento ai “professionisti dell’antimafia” lo fece, nei mesi e negli anni a venire, sperando che quella povera gente – giudici, giornalisti, poliziotti, professori, studenti – venisse spazzata via. E che tornasse il tempo felice e scellerato in cui tutta aveva un prezzo e una scorciatoia, dalle licenze edilizie ai pubblici appalti. Forse anche adesso qualcuno rimpiange il tempo in cui si pagava tutti e tutti si taceva, ricevendone in cambio benevolenza e protezione dai signori delle cosche. Ci auguriamo che Lo Bello resti a lungo presidente degli industriali siciliani, che non defletta mai dalla linea di rigore civile che si è dato e che ha preteso dalla sua associazione. Ci auguriamo che non resti solo e che il nuovo ritornello sui “professionisti dell’antipizzo” venga raccolto per ciò che é: un atto di viltà, parole di miseria da dimenticare subito.