Chi studia l’italiano da qualche tempo o si trova in Italia e vive con Italiani l’avrà sentita usare molte volte e nei modi più svariati: infatti “magari” è una parola estremamente comune in Italia e che ogni abitante del bel paese pronuncia molte e molte volte nell’arco di una giornata. Spesso gli studenti, anche di livello elementare, me ne hanno chiesto una traduzione o, i più coraggiosi, hanno preteso una spiegazione adeguata, ma non è facile accontentarli. In effetti questa parola ha origini molto lontane nel tempo: viene dal greco antico “makarioi”, ovvero “beati, felici”. Il suo valore è rimasto, in certi casi, paradossalmente inalterato: può in effetti avere valore ottativo, ossia di augurio, come dire “Sarebbe bello se fosse possibile!” e in questo senso “Sarei felice, beato se succedesse quello che dici!”. Ecco il motivo per cui, quando si domanda a un italiano se sarebbe contento se trovasse un biglietto da 100 Euro per terra, quello risponde quasi sicuramente sorridendo: “Eh…Magari!” .
In altri casi ha preso un significato un po’ diverso, ossia quello di dubbio, come “forse”, ma anche qui l’idea suggerita da “magari”è quella di pensare a una soluzione migliore ad un problema. Per esempio: “Se prendiamo il treno delle 11.00, rischiamo di arrivare tardi all’appuntamento… Magari potremmo prendere quello delle 10.30!”
Infine, nel dialetto siciliano “magari” assume il significato di “anche”, ma di nuovo torna un uso di questa parola che suggerisce l’idea di una possibilità in più da aggiungere alla situazione di cui si parla.
Cosa dire adesso? Magari questo post avesse risolto i vostri problemi con “magari”… per verificare provate a fare questo rapido test!
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