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Accento o non accento?

ParoleL’accento è da sempre uno dei problemi di chi studia italiano: la maggioranza delle parole non hanno l’accento segnato e così spesso ci si dimentica di metterlo del tutto. Questo ovviamente crea svariati inconvenienti. In italiano infatti l’accento ha spesso valore distintivo, ossia serve per distinguere due parole scritte nello stesso modo ma con un significato diverso: c’è differenza ad esempio tra “da” preposizione e “” terza persona singolare del presente del verbo dare, oppure tra “di” preposizione e “”, sostantivo che significa “giorno” (attenzione a “di’” con apostrofo che è invece l’imperativo del verbo dire alla seconda persona singolare), o anche tra “e” congiunzione e “è” terza persona singolare del verbo essere al presente indicativo.
In questa pagina del sito dell’Accademia della Crusca potrete trovare un’utile tabella che vi aiuterà a risolvere la questione in modo definitivo studiando a memoria i vari casi. Oltre a questo troverete anche altre informazioni relative a quale tipo di accento mettere sulle parole: infatti anche se gli Italiani, quando scrivono a mano, sono soliti mettere un generico trattino, anche in italiano esistono regole ben precise su quale tipo di accento mettere sulle parole, grave (`) o acuto (´).
Per a, i, o, u si utilizza l’accento grave, dunque scriverete: città, giù, così, parlò. Per “e”, ci sono delle regole da rispettare: infatti la pronuncia di “è” è aperta, rispetto a quella di “é”. La “e” con accento grave si trova quasi sempre in italiano tranne nei seguenti casi: affinché, benché, cosicché, finché, giacché, né, nonché, perché, poiché, purché, sé (quando è pronome), sicché, tutti i composti di tre (ventitré, trentatré, quarantatré, ecc.); infine, le terze persone singolari del passato remoto di verbi come battere, potere, ripetere, ecc.: batté, poté, ripeté, ecc.
Attenzione, quindi, perché l’italiano è anche una questione di accento!

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