Il sito web dell’enciclopedia Treccani ha un’interessantissima sezione dedicata agli appassionati di lingua italiana: entrando nella sezione lingua e linguaggi si trova, di spalla sulla destra, una serie di link che porta a quesiti e quiz sull’italiano. Nella sezione quesiti di lessico troviamo risposte a domande formulate dai lettori riguardanti l’etimologia di parole e modi di dire che usiamo molto comunemente, spesso senza nemmeno rendercene conto: quanti di noi ad esempio sanno perché si dice è finita la pacchia? La risposta, se non la conoscete, è qui. La sezione seguente riporta invece una lunga serie di dubbi e perplessità sulla grammatica italiana: si parte con il plurale di capogruppo e si finisce con il participio passato del verbo solere! Si prosegue poi con quesiti di vario genere e si arriva ai sinonimi regionali: aprendo il link ci troviamo di fronte una (purtroppo breve) lista di parole come ragazzo, inzuppare o ombelico. Si clicca sul lemma e appare una cartina d’Italia dalla quale si sceglie la regione italiana che ci interessa e in un riquadro sulla destra apparirà il sinonimo regionale cercato (l’ombelico in Lombardia viene chiamato bomborino, in Toscana bellico, in Campania velliculo…). La sezione dei giochi enigmistici contiene invece cruciverba, quiz, e rebus. Infine per i più curiosi e accaniti linguisti c’è a disposizione un grande apparato di articoli e recensioni di ogni tipo, autore e genere sugli aspetti più disparati della lingua, dall’italiano al cinema alle parolacce, dal volgare all’italiano della lingua ipermedia.
Vi scrivo in quanto preda costante di dubbi sulla lingua italiana e più in gererale sull’effettiva logicità dei sistemi linguistici.
Durante un esame di Letteratura Italiana(all’Università) ho utilizzato il verbo “giurisdire” dandone per scontata la sua esistenza dal momento che giurisdizione si forma dal tema della radice latina “dictio- dictionis” che da come esito il verbo “dicere” da cui l’italiano “dire” e i suoi derivativi.
Il docente con apodittica alterigia mi ha ripreso per via dell’uso di tale verbo cosiderato spurio.
Ora mi chiedo perché tanta riprensione? Dopo tutto ho seguito un ragionamento logico nell’utilizzo del verbo. Evidentemente la logica non funziona sempre all’interno di una lingua.
Perché dunque non esiste giurisdire?
Cordiali saluti.
Dario Matty.
un nostro amico avvocato ci ha detto che nel linguaggio giuridico “giurisdire” non viene usato, ma esiste invece il verbo “iurisdicere” preso a prestito direttamente dal latino. Saluti e buono studio!
buon giorno a tutti, durante una traduzione mi sono trovata di fronte al termine inglese “a stand alone tool” nel senso di uno strumento che puo’ essere usato anche da solo ma che di solito va abbinato ad altri…
la mia domanda è se traduco con “a se stante” sul se ci va l’accento?
Grazie
Martha
Sì, certo, l’accento ci vuole. Il pronome “sé” si scrive senza accento solo nelle locuzioni “se stesso” o “se medesimo”.
Saluti!
ciao a tutti…un dubbio al confine tra il parlato e lo scritto….
è italiano corretto scrivere : “mi ci fece pensare”, “fammici /farmici pensare”
Sì, corretto.
Mi è stato riferito che non è corretto scrivere “Consiglio d’amministrazione” ed è invece giusto “Consiglio di amministrazione”. Per me sono equivalenti: sbaglio?
No, direi proprio che non sbaglia. Non vedo perché non si possa dire “consiglio d’amministrazione”.
Come è corretto coniugare il verbo essere nella frase: “le sette sono l’orario peggiore per partire”? O è giusto scrivere: “le sette è l’orario…” come mi hanno insistentemente fatto notare? perchè? qual è il soggetto della frase? se mi si chiede l’ora, rispondo: “sono le 7” e non “è le 7”, dunque?
grazie.
Sono accettabili entrambe le frasi, in quanto nella prima il soggetto è “le sette” quindi “le sette sono l’orario peggiore per partire”, nella seconda “l’orario” è il soggetto della frase, per cui “le sette è l’orario…”.
Due domande:
-si può dire “in terra” al posto di “per terra”?
-si può dure “in modo e maniera”?
Grazie
Fuori contesto “in terra” e “per terra” sono accettabili tutti e due.
“In modo e maniera”, che credo significhi “fare di tutto/fare il possibile”, è un’espressione a mio avviso pleonastica, ma credo accettabile.
salva, è corretto scrivere “da subito” O “fin da subito”? grazie
Dipende dal contesto della frase, ma sono spesso intercambiabili. Per esempio “stanza libera da subito” o “stanza libera fin da subito” oppure “mi sei restato simpatico da subito” o “mi sei restato simpatico sin da subito”. “Fin/sin da subito” è forse un po’ più forte di “da subito”.
Dal Regolamento di Condominio del mio Caseggiato leggo: Tutta le spese relative all’atrio al piano terra – accesso ai box – saranno ripartite…………. Chiedo: per atrio al piano terra si intende il corridoio interno di accesso ai box oppure la piazzuola esterna al cancello di accesso ai box? Grazie. Olivieri Giuseppe
La definizione di atrio è “locale esterno o interno, posto all’entrata di un edificio” (Hoepli), quindi io escluderei la piazzuola esterna in quanto la piazzuola non è un locale. Per una definizione vedi anche Wikipedia. Saluti
Una domanda su “far fare”: Il dizionario dice “far fare a”, ad esempio: faccio mangiare la pasta al bambino, ma si sente spesso anche dire “far fare da”, ad esempio: faccio tagliare l’erba dal giardiniere.
Mi è stato spiegato che si usa il “da” quando ” far fare” si intende in termini di servizio, di cosa che viene fatta per te da qualcun altro . Il dubbio rimane, spero che possiate aiutarmi.Grazie!
Questa è la spiegazione (che abbiamo trovato su questo forum) del Serianni nella sua Grammatica italiana:
XIV.39 […] Il costrutto del tipo «far fare qualcosa a / da qualcuno» presenta una specie di cooperazione tra i due soggetti, quello grammaticale del verbo causativo e quello logico (cft. II.23) dell’infinito, giacché il primo mette in moto l’azione del secondo: «io [soggetto grammaticale] faccio che x [soggetto logico] faccia qualcosa» → «io faccio fare qualcosa a / da x». […]
Ma in effetti i dubbi rimangono…
Un dubbio: l’uso dell’espressione “in modo di permettere” è corretto, o si dovrebbe invece usare “in modo da permettere”? O le forme sono entrambe corrette?
grazie Paola
La forma corretta è “in modo da” seguito da verbo all’infinito; esempi: “dobbiamo comportarci bene in modo da dare il buon esempio ai bambini” oppure “il primo ministro voleva cambiare la costituzione in modo da poter governare come più gli piaceva”.
“In modo tale che” e “di modo che” sono invece seguiti da una forma esplicita; esempi: “Il ladro riuscì a mischiarsi tra la folla dell’ora di punta, in modo tale che la polizia non riuscì a rintracciarlo” oppure “Sarebbe bene riparare il tetto adesso, di modo che, quando arriva l’inverno, non piova in casa”. Saluti Lorenzo
Non sono esperta di lingua ( dopo il liceo classico ho fatto Giurisprudenza ) ma noto ( e annoto ) tutti i giorni quello che mi sembra giusto o sbagliato nell’ italiano ( e non solo ). Perciò non era invece il caso di usare “ora” invece di “orario” ? C’ è un abuso vertiginoso di aggettivi usati al posto dei sostantivi . Come “tematica” al posto di “tema” e “problematica” al posto di “problema”, i più noti . E poi a me sembra che l’ unica forma corretta sia “le sette sono l’ orario peggiore per partire” perché si tratta di soggetto e attributo di numero “naturalmente” diverso. Per quanto riguarda “sé” invece ho notato che è un “vezzo” recente togliergli l’ accento davanti a “stesso” “medesimo” e perfino “stante” . Dante lo mette sempre , come Manzoni e la Deledda , per esempio . In altri , come Svevo , di solito non c’ è e di solito non c’ è mai fra gli “scrittori” dei nostri giorni . Perché non dovrebbe esserci, giacché l’ accento serve a distinguere il pronome personale dalla particella ipotetica nella lingua scritta e anche nel suono in quella parlata ?
Mi riferisco al quesito del 15 giugno 2010 su “le 7 é l’orario…” oppure “le 7 sono l’orario…” per segnalarvi che, a mio avviso “le sette é l’ORA…” perchè per orario si intende un insieme strutturato di più ore (orario ferroviario, orario delle lezioni scolastiche) mentre quando si vuole indicare un preciso momento nell’ambito dell’arco temporale, allora quella é un’ORA. Secondo me ORARIO al posto di ORA è un errore in uso nella mia città, Napoli. Cosa ne pensate?
Sento spesso usare l’avverbio SUBITO nella forma preceduta da “DA”: ad es. Iniziare da subito… Poichè mi suona male, ho cercato non poco nella Grammatica Serianni senza successo. Io direi che quondo si vuole indicare un momento preciso ed in pratica contemporaneo alla collocazione temporale dell’azione in discorso, si usano avverbi del tipo SUBITO o IMMEDIATAMENTE già di per sè completi per rispondere alla domanda “Quando?” Altri avverbi o anche sostantivi usati in tal senso hanno bisogno di essere completati con la preposizione “da”: da ieri, dal momento successivo etc. Cosa ne pensate?
è corretto dire: tizio vuole essere conservato un po’ di pasta, oppure, tizio vuole essere tagliato i capelli!!
NO!
Scusate l’ignoranza..
è scorretto dire:
– mi chiedo cosa spinge Gigi a comportarsi in questo modo.
o sarebbe meglio dire:
– mi chiedo cosa spinga Gigi a comportarsi in questo modo.
o sono entrambe corrette?
grazie
La seconda frase è quella corretta, poiché con le interrogative indirette si usa il congiuntivo (“mi chiedo cosa spinga Gigi a comportarsi in questo modo”), ma nella lingua parlata è accettato ormai anche l’uso dell’indicativo (“mi chiedo cosa spinge Gigi a comportarsi in questo modo”).
è sbagliato dire:
– sono sicura che meritavi di più
– se lei è stata così gentile era sicuramente molto contenta di te.
Altrimenti come riformulare le frasi?
grazie
“sono sicura che meritavi di più” corretta.
“se lei è stata così gentile era PERCHE’ sicuramente ERA molto contenta di te”.
E’ corretto iniziare una frase con dopodichè?
Nel linguaggio scritto direi di no, certo, dipende dalla frase che vuoi scrivere.
Le poste mi hannio inviato una lettera in cui si diceva così
Per ottenere il rendimento del 2,00%, basterà:
1. mantenere attiva la CARTA LIBRETTO POSTALEo se non già attiva attivarla entro il 28 febbraio2014,
2. MANTENERE IL TUO LIBRETTO SMART almeno fino al 31 dicembre 2014;
£.mantenere fino al 30 giugno2014 UN SALDO superiore o uguale al 90%del saldo presente sul Tuo libretto al 31 dicembre 2013.
Qualora non venisse soddisfatto almeno uno dei predetti requisiti il tuo libretto nominativo Smart sarà remunerato tasso base pro tempo vigente.
A questo punto ho pensato e intrpretato che se rispettavo solo uno dei vincoli sopra avrei avuto diritto al tasso del 2,00%, alle poste mi dicono di no ,asseriscono che per avere tale tasso devo rispettare tutti e tre i punti elencati,vorrei una risposta di inerpretazione.
Salve, i tre punti sono abbastanza chiari e cioè bisogna rispettarli tutti e tre. Invece la frase che inizia con “Qualora” rende il tutto molto ambiguo.
Avremmo cantato vittoria quando avessimo vinto: è un periodo grammaticalmente e sintatticamente corretto? Grata.
Sì, è corretto. Il “quando” ha il senso di “qualora”, cioè una congiunzione ipotetica, per cui bisogna usare il congiuntivo.
“Se non avessimo prelevato prima, avremmo potuto prelevare quando saremmo arrivati”. E’ un periodo grammaticalmente e sintatticamente corretto? Ancora grata.P.s. Mi fido, esclusivamente, del vostro sito…
Sì, certo, Mariella, è corretto. Grazie per la fiducia ;)
Buongiorno Professore,
come mai il Corriere della sera intitola un suo articolo “Novant’anni fa NASCEVA Marlon Brando”, usando l’imperfetto? Secondo quanto ho studiato l’imperfetto non si usa per singoli azioni.
Gentile Sabine,
in questo caso l’uso dell’imperfetto è tipico del linguaggio giornalistico: scorrendo le notizie se ne possono trovare diversi esempi. Il suo uso potrebbe essere interpretato come una descrizione. In questo caso l’imperfetto si può usare per una singola azione, per esempio: “Da piccolo ero magro”.
l’accento… si scrive: un anno fa o fà…?
fa, senza accento.
è corretto dire ti faccio un abbraccio o ti do un abbraccio
Ti abbraccio?
“mi riservo di non concedere l’autorizzazione” significa che non ho concesso l’autorizzazione, o che potrei non concederla?
Potrei non concederla
ho una domanda: i miei amici veneti usano l’espressione “solo che” (“leggere fa solo che bene” anziché “leggere fa solo bene” o “non fa altro che bene”). Si tratta di un uso unicamente locale o è ammesso come italiano corretto?
Marisa Polimeno
In Toscana non lo usiamo. Prova a porre la domanda all’Accademia della Crusca. Saluti
Trovo interessante questo blog e ritengo sia molto utile a chi voglia risolvere dubbi o trovare conferme in materia linguistica.
Mi sono imbattuto in esso, navigando alla ricerca di siti che si occupino del corretto uso della lingua italiana, per formulare un quesito.
E’ giusta questa frase?:
” Non avrei mai pensato che si sarebbe scesi tanto in basso”
Grazie, Giovanna Fernando
Sì