“La luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un’altra cosa, attraverso il colore. Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo.”
Queste parole di Paul Cézanne permettono di arrivare assai vicino allo spirito con cui il grande maestro si disponeva a riprodurre la realtà che lo circondava. La resa della luce nelle sue opere appare, infatti, di sostanziale importanza e lo porta a decostruire un’immagine fino a trasformarla in un mosaico che si ricompone come per magia davanti agli occhi di chi lo osserva. Il risultato è una visione disincantata della realtà e, tuttavia, non meno romantica o affascinante, fatta talora di toni cupi e profondi, talora di colori pastello e brillanti. I contorni non sono netti e squadrati ma morbidi e dolci come solo quelli che rapide pennellate sanno descrivere, i contrasti talvolta tenui talvolta decisi come nelle nature morte o nei paesaggi provenzali, temi tanto cari al maestro da divenire parte integrante della sua opera.
Cézanne, considerato fautore dell’Arte Moderna essendo stato il primo a sovvertire le regole prospettiche albertiane che ormai da secoli tenevano campo in pittura, conobbe l’Impressionismo ma preferì seguire la propria idea estetica che perseguiva la riproduzione realistica della natura, non mediata da sentimenti o impressioni che potessero guastarne l’oggettività.
Dal 2 marzo al 29 luglio sarà possibile ammirare a Firenze, in una mostra a Palazzo Strozzi, alcune fra le opere più importanti di Cézanne che, circa un secolo fa, erano parte integrante delle collezioni di due giovani collezionisti, Egisto Paolo Fabbri e Charles Loeser, e che provengono da alcuni dei più importanti musei del mondo tra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Londra, il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, la National Gallery of Art di Washington, la Galleria degli Uffizi di Firenze e in collezioni private come la Thyssen-Bornemisza Collections.
Le opere saranno ambientate con altri capolavori di artisti del calibro di Van Gogh, Pissarro e scultori italiani che hanno relizzato proprie interpretazioni dell’opera del grande Cézanne.
Commenti recenti