L’Italia è un autentico scrigno di tesori artistici continuamente esposti a pericoli e minacciati dal rischio di atti vandalici, distruzioni e furti e, in quest’ottica, bisognosi di essere difesi adeguatamente. Il David di Michelangelo, il Nettuno dell’Ammannati, assai recentemente la Fontana della Barcaccia di Piazza di Spagna sono solo alcuni dei nomi di celebri monumenti che hanno subito assurdi e imperdonabili danni.
A causa della notevole crescita di reati contro il patrimonio artistico del nostro Paese, il 23 maggio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che dà al Governo delega a rivedere la disciplina sanzionatoria penale in materia di beni culturali.
Il provvedimento si pone come obbiettivo quello di inasprire le pene contro atti di vandalismo, traffici illeciti di opere d’arte, furto d’arte e ricettazione e, più in generale, di rafforzare la tutela penale del patrimonio culturale anche attraverso la rivisitazione delle sanzioni penali contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il Governo, dunque, ottenuta la delega dal Parlamento, modificherà la disciplina dei delitti di danneggiamento, furto (anche di cosa ritrovata), ricettazione (che comprende anche la detenzione illecita), uscita illecita del bene dal territorio nazionale, falsificazione, riciclaggio.
Il provvedimento prevede l’aggravio delle conseguenze penali per chi commette numerosi altri illeciti a danno dei beni culturali: ad esempio, infatti, il danneggiamento volontario che abbia come oggetto un bene culturale verrà punito con quattro anni di sanzione massima detentiva e l’obbligo di pagare fino a 50.000 euro di multa, mentre è stato inserita anche una pesante sanzione per chi provochi un danneggiamento anche a titolo di colpa, ovvero senza volontarietà, reato questo non contemplato precedentemente. Non solo: è stata istituita la figura del riciclaggio in relazione ad operazioni su beni culturali dal momento che sempre più il denaro sporco è riciclato anche attraverso l’acquisto di opere d’arte, mentre sono stati rafforzati i poteri d’indagine per perseguire questo genere di reati anche consentendo l’esecuzione di indagini sotto copertura e la creazione di siti civetta, qualora i delitti vengano commessi via internet.
In generale è notevole l’inasprimento delle pene e è prevista anche la prestazione di attività socialmente utile non retribuita a discrezione del giudice. La revisione della disciplina prevista riguarda anche i beni paesaggistici, con l’inasprimento dei delitti di danneggiamento, la configurazione dei nuovi delitti per lavori eseguiti senza la prescritta autorizzazione e per frode in materia paesaggistica.
Qui potrete trovare la registrazione della conferenza stampa, tenutasi il 23 Maggio 2007 a conclusione del Consiglio dei Ministri, durante la quale il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli ha illustrato il disegno di legge.
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