Le figure piene e rotondeggianti di Botero riempiono ora i vuoti delle ampie e bellissime sale del Palazzo Reale di Milano.
Dal 5 luglio al 9 settembre prossimo è in corso una suggestiva esposizione che raccoglie 150 opere del grande artista colombiano divise in tre sezioni. La prima è relativa al “Circo”, dal quale Botero rimase particolarmente colpito durante uno dei suoi soggiorni in Messico e che in queste opere riproduce con tutta la forza e la vitalità dei colori sgargianti che contraddistinguono questo mondo. La seconda sezione è dedicata alle opere storiche del maestro: in esse compaiono malinconiche e sensuali figure femminili come “Celestina” o “La donna nel bagno”, gli spezzoni di vita quotidiana colombiana di notevole impatto per la lucidità con la quale in esse vengono rappresentate scene drammatiche come in “Suicidio” e in “Pablo Escobar morto”, le tenere coppie in molli atteggiamenti come in “Amanti”. Infine nella terza sezione, decisamente tragica e scioccante, s’incontrano le opere ispirate dalle atroci torture del carcere di Abu Ghraib, già presentate a Roma nel 2005 e successivamente a Berkely, a New York e in Germania. Il percorso si conclude con sei monumentali sculture in bronzo collocate in varie parti della città: la Piazzetta Reale, la Galleria Vittorio, il Corso Vittorio Emanuele, il Castello Sforzesco e la Stazione Centrale.
In questa magnifica raccolta di opere è possibile cogliere l’influsso dello studio dello stile plastico toscano di Giotto, Masaccio, Piero della Francesca e Paolo Uccello, artisti che Botero conobbe e dai quali rimase particolarmente affascinato durante il suo soggiorno toscano avvenuto durante i primi anni Cinquanta. Lo studio dei volumi e della rifrazione della luce, i colori brillanti e lucidi, i volti delicati e pieni, le dimensioni monumentali delle sue opere sono elementi caratteristici che fanno dello stile di Botero uno dei più apprezzati al mondo e lo rendono inconfondibile per la sua originalità e la sua spettacolarità.
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