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… Ci vuole metodo! La Glottodidattica: un po’ di storia (5).

Spinario-particolareEccoci giunti alla fine (per così dire!) di questa breve rassegna sulla storia della Glottodidattica: gli ultimi approcci che occorre ricordare sono gli umanistico-affettivi, ovvero quei metodi che si diffondono negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni ’60 e che sembrano più che altro essere una reazione al meccanicismo portato avanti dalle tecniche strutturali, alle teorie di Chomsky e al cognitivismo.
Come l’approccio comunicativo anche gli approcci umanistico-affettivi hanno come obbiettivo principale il raggiungimento della competenza comunicativa e comprendono vari metodi: il Natural Approach, la Suggestopedia, il Total Phisical Response, il Silent Way. Il Natural Approach è, come dice il nome, un approccio naturale alla lingua, vale a dire che, secondo Terrell e Krashen, teorizzatori di questo metodo, la lingua dovrebbe essere acquisita secondo un procedimento inconscio, curando che l’apprendente non opponga il filtro affettivo come barriera all’apprendimento; la Suggestopedia, ideata da Lozanov, è caratterizzata da brevi fasi, durante le quali l’insegnante alterna armonicamente l’attività e il rilassamento del discente, imposta la lezione su base multisensoriale e desuggestiona le eventuali barriere di apprendimento; il Total Physical Response, teorizzato da Asher si basa sull’apprendimento della lingua non in unità di parola ma in frasi, in poche settimane (dopo il fisiologico silent period) il discente arriva a comprendere le istruzioni dell’insegnante, a leggere, scrivere e rispondere; infine il Silent Way, creato da Gattegno, in cui l’insegnante rimane prevalentemente in silenzio e gli studenti sono chiamati a fare ipotesi e sperimentarle in collaborazione con i colleghi.
Tutti questi metodi trovano, tuttavia, aspetti comuni: in generale, pongono al centro della lezione l’apprendente stesso, evitando la lezione frontale e dando il più possibile spazio all’autorealizzazione della persona in un clima sociale che permetta l’abbassamento del filtro affettivo (stato di ansia e tensione nervosa); inoltre agevolano l’interazione e l’integrazione tra gli apprendenti, dando spazio alla multisensorialità, secondo cui l’insegnamento deve coinvolegere tutti i sensi dell’individuo per attivare il maggior numero di aree cerebrali e permettere l’apprendimento.

L’immagine è tratta da qui.

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