Nel corso di una lezione liberamente ispirata alla prima unità del libro “Giocare con la letteratura”, di Carlo Guastalla, edito da Alma Edizioni, ho proposto agli studenti la lettura di un breve brano tratto da “La riforma della grammatica”, in “Il libro degli errori” di Gianni Rodari. Visto che il protagonista, l’estroso Professor Grammaticus, decideva di “semplificare” un po’ la grammatica italiana, a suo giudizio, fin troppo complessa, anche io ho creduto opportuno chiedere agli studenti di aiutare il professore e di scrivere un manifesto liberatorio (!) in cui proclamare il loro “J’accuse“ contro gli argomenti più ostici. Pubblico di seguito il risultato:
MANIFESTO CONTRO LA GRAMMATICA ITALIANA, redatto da Lisbeth, Garry, Toshi, Fanny.
- Aboliamo il congiuntivo… perché non esiste nelle nostre lingue e viviamo ugualmente bene. Noi infatti abbiamo l’idea del congiuntivo, ma non dobbiamo cambiare i verbi.
- No alla “doppia negazione”! Non è logica, è inutile ed è anche difficile da ricordare. E’ sufficiente una negazione!
- Cancelliamo le preposizioni o usiamone solo qualcuna: a, in, da, su… e anche “di”… Ma mai articolate!!!
- No al passato remoto! Bastano l’imperfetto e il passato prossimo. Sono sufficienti e più facili da ricordare.
- Basta con ogni tipo di trapassato! Inperfetto e passato prossimo con gli avverbi di tempo sono sufficienti a spiegare quando succede qualcosa!
- … E soprattutto: BASTA CON I PRONOMI RELATIVI!!!
Chiunque volesse aggiungere qualcosa alla lista, sarà il benvenuto! E’ un modo come un altro per riflettere sulle proprie necessità e capire dove è opportuno fare esercizio.
Beh, grazie.
Vedere che dei materiali vengono usati e potenziati così fino a farne qualcosa di proprio che migliora la proposta iniziale è per me motivo di orgoglio.
Un saluto e buon lavoro.