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Indice Gulpease e vocabolario comune

In relazione a quanto scritto in questo post mi è sembrato opportuno illustrare anche due dei metodi per la semplificazione dei testi che vengono spesso rammentati, sebbene, dal mio punto di vista, essi dovrebbero essere utilizzati solo e soltanto insieme alla propria esperienza e alla conoscenza che ogni buon insegnante dovrebbe avere dei propri alunni. Indubbiamente possono essere considerati validi per la stesura di test di ingresso o di uscita e prove di valutazione grazie alla loro oggettività, anche se trovo che sia sempre necessario ricordare di avere a che fare con persone che imparano una lingua e non con macchine sottoposte a processi meccanici e automatici, pertanto il coinvolgimento emotivo o anche i fattori legati alla motivazione possono inevitabilmente portare a falsare il risultato.
L’indice Gulpease è un metodo per la valutazione della leggibilità di un testo dal punto di vista della complessità dello stile: è stato teorizzato nel 1988 dal GULP (Gruppo Universitario Linguistico Pedagogico) presso il Seminario di Scienze dell’Educazione dell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Esso si basa sulla considerazione di due variabili linguistiche, la lunghezza della parola e la lunghezza della frase, e la sua formula è la seguente:
89 – (Lp / 10) + (3 × Fr)
dove: Lp = (100 × totale lettere) / totale parole e Fr = (100 × totale frasi) / totale parole.
I risultati, compresi tra 0 e 100, stanno a indicare la scarsa leggibilità di un testo qualora il valore si avvicini allo 0 e la buona leggibilità di un testo qualora il risultato sia più vicino a 100. Ad esempio un risultato inferiore a 80 indica parole difficili da comprendere per una persona che ha la licenza elementare, se il risultato è invece inferiore a 40 il testo è difficilmente comprensibile a chi ha la licenza di scuola superiore.
Il vocabolario comune è invece un indice di leggibilità che prende in considerazione il grado di comprensione e frequenza di uso dei termini utilizzati. In base ad essi le parole sono divise in sottoinsiemi concentrici, di cui il più ampio è rappresentato dal vocabolario italiano di base che comprende circa 7000 parole. I termini del vocabolario di base sono ulteriormente ripartiti in relazione alla diffusione: ad esempio 2750 sono i termini che appartengono alla vita quotidiana e che vengono usati con estrema frequenza.

Entrambi gli indici permettono la messa a punto di sistemi informatici capaci di valutare la leggibilità di un testo, disponibili anche su programmi di video scrittura e facilmente utilizzabili per la redazione di testi mirati.

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