Giacomo Leopardi (poeta e scrittore, Recanati, 1798 – Napoli, 1837) spesso non è molto conosciuto dagli studenti d’italiano come L2, nemmeno da quelli di livello avanzato (C1). Per coloro che desiderassero iniziare a conoscerlo, proponiamo qui di seguito il testo di una delle sue poesie più note: “L’infinito” (1819).
«Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare»
Se desiderate ascoltare “L’infinito”, ci sono diversi video su youtube: troviamo ad esempio la poesia recitata da famosi attori come Vittorio Gassman oppure Carmelo Bene. Qui invece si può leggere il manoscritto. Per comprendere meglio il vocabolario de “L’infinito”, aiutatevi con le note qui sotto:
ermo: solitario
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude: esclude la vista dell’ultimo orizzonte
sovrumani: sopra umani, oltre la condizione umana
mi fingo: mi immergo
si spaura: prende paura
odo stormir: sento frusciare
vo: vado
mi sovvien: mi ricordo di
il suon: la voce
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