Leggi il seguente brano che è l’inizio di uno dei più celebri romanzi della Letteratura italiana, I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, e poi guarda lo spezzone del film-parodia dei comici Solenghi-Lopez-Marchesini:
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“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte (…)
Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli (…).
Dall’una all’altra di quelle terre, dall’alture alla riva, da un poggio all’altro, correvano, e corrono tuttavia, strade e stradette, più o men ripide, o piane; ogni tanto affondate, sepolte tra due muri, donde, alzando lo sguardo, non iscoprite che un pezzo di cielo e qualche vetta di monte (…)
Per una di queste stradicciole, tornava bel bello dalla passeggiata verso casa, sulla sera del giorno 7 novembre dell’anno 1628, don Abbondio, curato d’una delle terre accennate di sopra (…) Diceva tranquillamente il suo ufizio, e talvolta, tra un salmo e l’altro, chiudeva il breviario, tenendovi dentro, per segno, l’indice della mano destra (…)
ll curato, voltata la stradetta, e dirizzando, com’era solito, lo sguardo al tabernacolo, vide una cosa che non s’aspettava, e che non avrebbe voluto vedere. Due uomini stavano, l’uno dirimpetto all’altro, al confluente, per dir così, delle due viottole: un di costoro, a cavalcioni sul muricciolo basso, con una gamba spenzolata al di fuori, e l’altro piede posato sul terreno della strada; il compagno, in piedi, appoggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. L’abito, il portamento, e quello che, dal luogo ov’era giunto il curato, si poteva distinguer dell’aspetto, non lasciavan dubbio intorno alla lor condizione. Avevano entrambi intorno al capo una reticella verde, che cadeva sull’omero sinistro, terminata in una gran nappa, e dalla quale usciva sulla fronte un enorme ciuffo: due lunghi mustacchi arricciati in punta: una cintura lucida di cuoio, e a quella attaccate due pistole: un piccol corno ripieno di polvere, cascante sul petto, come una collana: un manico di coltellaccio che spuntava fuori d’un taschino degli ampi e gonfi calzoni: uno spadone, con una gran guardia traforata a lamine d’ottone, congegnate come in cifra, forbite e lucenti: a prima vista si davano a conoscere per individui della specie de’ bravi.”
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Rispondi alle domande:
1. L’inizio del film rispecchia il testo? Scrivi gli elementi del paesaggio presenti nel testo e nel film.
2. Quali sono le situazioni non presenti nel testo?
3. Quali sono le differenze nell’abbigliamneto tra i bravi descritti nel testo e quelli nel film?
4. Come si può tradurre in italiano moderno la frase: “questo matrimonio non s’ha da fare”?
5. Trova nel testo almeno 3 parole che secondo te sono arcaiche, cioè che non usiamo nell’italiano di oggi.
6. Qual è la battuta comica di questi strani bravi?
7. Qual è il loro accento? e perché hanno questo accento nel film?
8. Perché Don Abbondio alla fine dello spezzone imita l’andatura di un granchio?
Approfondimenti utili per la comprensione del testo:
– Per sapere dov’è il lago di Como clicca qui.
– Per conoscere la situazione storica in Europa nel XVII secolo guarda questa mappa.
– Per capire meglio chi erano Don Abbondio e i bravi
– Per conoscere i protagonisti e la trama del romanzo qua.
– Per leggere una selezione di letture critiche ecco un sito interessante.
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