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Esperienza di tirocinio come insegnante d’italiano per stranieri all’Accademia del Giglio

Con piacere pubblichiamo il resoconto di Mario Magnotti sul suo tirocinio come insegnante d’italiano per stranieri presso la nostra scuola.

Salve a tutti,
scrivo con piacere un intervento per parlare della mia prima esperienza, in qualità di tirocinante, da insegnante di italiano come L2, effettuata presso l’Accademia del Giglio di Firenze.
Sto attualmente frequentando un master sulla didattica dell’italiano L2/LS (master DITALS) presso l’Università per Stranieri di Siena, dove ho appreso, e certamente continuerò ad apprendere, varie utilissime informazioni su come affrontare l’insegnamento di una lingua complessa ed affascinante come l’Italiano.
Spesso si ritiene semplice insegnare la propria lingua, semplicemente perché la si conosce; ho potuto appurare personalmente che le cose non sono così facili come i “non addetti ai lavori” pensano.
Le mie uniche esperienze, prima dell’attuale tirocinio, sono state da insegnante privato, in Polonia, dove tenevo lezioni individuali a studenti. Già lì mi ero reso conto delle difficoltà che si incontrano, specie riguardo al come “gestire” le singole, diversissime, necessità dei discenti.
Adesso, seguendo le lezioni tenute da Roberto Balò e Lorenzo Capanni (rigorosamente in ordine alfabetico), ed interagendo nel mio piccolo con loro, ho avuto l’ulteriore conferma di quello che pensavo: ci vuole grandissima professionalità, impegno, entusiasmo e, ultimo ma non meno importante, metodo. Quest’ultimo da intendersi non come unico, assoluto ed invariabile, ma, al contrario, modificabile a seconda delle esigenze dei vari studenti.
Le lezioni alle quali ho assistito sono state impartite ad apprendenti di livello A1/A2, come da Framework, di diversa nazionalità (Australia, Giappone, Grecia, Cina, Inghilterra, Olanda), e quindi, soprattutto, con diversi entroterra culturali alle spalle: è stato interessantissimo notare come i ragazzi abbiano raggiunto quel livello basico richiesto appunto dal Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue, seppure con tempi leggermente diversi di apprendimento.
Come si gestisce una classe plurilingue e pluriculturale è stata la cosa alla quale ho prestato maggiormente attenzione e spero di averne tratto benefici per il mio futuro da insegnante.
L’approccio adottato dai due insegnanti di cui sopra spazia da quello grammaticale-traduttivo, dai più criticato in quanto ormai datato, ma a mio parere in alcuni casi efficace, specie per i principianti assoluti, a quello prettamente comunicativo; il mix mi pare particolarmente riuscito ed utile a dare delle “certezze” a chi è abituato a studiare la “regola” per sentirsi maggiormente sicuro nel momento in cui dovrà appunto cimentarsi nella comunicazione.
Le attività svolte sono state varie: dal cloze, al dettato, ai “giochi” di vario tipo, per finire con diversi role-play, tutti didatticamente validi ed utili, a seconda delle capacità che si prefiggono di stimolare.
La lingua usata dagli insegnanti è l’italiano nella quasi totalità, con interventi in inglese solo nel caso in cui gli apprendenti siano in difficoltà.
Ringrazio per lo spazio concessomi in questo blog, volevo esprimere le mie sensazioni ed i miei “pensieri in libertà”.

Accademia del Giglio
Lingua italiana, arte e cultura a Firenze
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