Forse questo post andava scritto prima dei bagordi natalizi, ma siamo ancora in tempo per quelli di capodanno e magari vi avremmo potuto rovinare il gusto del tradizionalmente sontuoso pranzo natalizio. Ma se avete mangiato troppo e anche a voi sono venute le “lacrime del coccodrillo“, uno sguardo al sito della Regione Toscana sulla piramide alimentare potrebbe aiutarvi ad affrontare con più serenità il resto dei banchetti da qui a fine anno.
“La medicina più efficace per stare bene? C’è. E’ la qualità della vita. E il primo passo per conseguirla è quello di scegliere una sana, equilibrata e corretta alimentazione.” Dopo un lungo lavoro di analisi svolto da un comitato scientifico, è stata stilata una lista che certifica le buone pratiche di una corretta alimentazione, in grado di prevenire malanni, obesità e malattie legate ad una cattiva alimentazione. La piramide alimentare, visibile da questa parte, è una rappresentazione grafica della sana ed equilibrata alimentazione. Suddivisa su sei livelli, la piramide indica le corrette proporzioni dei cibi che non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta. Nel livello più basso, alla base della piramide, sono rappresentati i cibi da consumare più spesso, mentre man mano che si sale verso l’alto vengono indicati quelli da consumare con minor frequenza.
Alla base della piramide, come era immaginabile si trovano frutta e verdura, il piatto forte, l’antidoto garantito contro le malattie, da consumare tutti i giorni anche più volte al giorno. Al secondo livello troviamo i cereali: pasta, pane e olio extravergine di oliva (sia per condire che per cucinare, ma da usare comunque con modrazione) e al terzo i legumi, la frutta secca, il latte e lo yogurt. Al quarto livello ci sono le carni bianche e specificamente pesce e pollame. Gli ultimi due livelli, quelli che cominciano a creare problemi, sono occupati da formaggi, uova e patate, battuti solamente dal sesto posto, il vertice della piramide, dalla carne rossa, i salumi e purtroppo, i dolci! Della vetta della PAT fanno anche parte tutte le bevande commerciali. Il vino è ammesso nella dieta, ma solo nella misura di un bicchiere a pasto. Acqua invece a volontà, anche quella del rubinetto che non inquina perché non ha imballaggi ed è sana perché costantemente controllata. Il tutto però deve essere unito ad una leggera attività fisica costante: “Non importa faticare eccessivamente. È sufficiente svolgere una attività fisica a livelli moderati di intensità: già una passeggiata di 30 minuti al giorno può migliorare sia il benessere fisico che psichico. Il consiglio è quello di andare a piedi o in bicicletta anche per le attività di tutti i giorni, come recarsi al lavoro o fare la spesa. E una o due volte la settimana, almeno un’ora di attività più intensa.”
I consigli non si limitano però a questo: nella sezione approfondimenti si sottolinea anche l’importanza di consumare cibi genuini, prodotti vicino al luogo di consumo, ovvero prediligere la filiera corta che garantisce prodotti più freschi e più sani, senza costi di trasporto e quindi meno inquinanti.
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Accademia del Giglio
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