Giovan Battista Marino (Napoli, 1569 – Napoli, 1625) è stato uno dei puù importanti scrittori del barocco italiano.
Noi vi proponiamo tre sue poesie d’amore, adatte a partire da un livello C1.
BELTA‘ CRUDELE
E labra ha di rubino
ed occhi ha di zaffiro
la bella e cruda donna ond’io sospiro.
Ha d’alabastro fino
la man che volge del tuo carro il freno,
di marmo il seno e di diamante il core.
Qual meraviglia, Amore,
s’ai tuoi strali, ai miei pianti ella è sì dura?
Tutta di pietre la formò la natura.
- Parole difficili:
Beltà: bellezza
labra: labbra
la man che volge del tuo carro il freno: la mano che tiene il freno del tuo carro
s’ai tuoi strali, ai miei pianti ella è sì dura: se alle tue frecce e ai miei pianti lei è cosi resistente.
GUERRA DI BACI
Feritevi, ferite,
viperette mordaci,
dolci guerriere ardite
del Diletto e d’Amor, bocche sagaci!
Saettatevi pur, vibrate ardenti
l’armi vostre pungenti!
Ma le morti sien vite,
ma le guerre sien paci,
sian saette le lingue e piaghe i baci.
- Parole difficili:
feritevi: imperativo che invita le bocche della riga 4 a ferirsi
ferite: sono le bocche (metafora poetica)
mordaci: che mordono
ardite: coraggiose
Diletto: piacere
sagaci: intelligenti, sveglie
saettatevi: mandatevi l’una contro l’altra dei baci veloci come saette
ardenti: caldissime
l’armi vostre: le vostre armi
sien: siano, congiuntivo ottativo ovvero “devono essere”
piaghe: ferite
DONNA CHE SI PETTINA
Onde dorate, e l’onde eran capelli,
navicella d’avorio un dì fendea;
una man pur d’avorio la reggea
per questi errori preziosi e quelli;
E mentre i flutti tremolanti e belli
con drittissimo solco dividea,
l’or de le rotte fila Amor cogliea,
per formarne catene à suoi ribelli.
Per l’aureo mar, che rincrespando apria
il procelloso suo biondo tesoro,
agitato il mio core a morte gìa.
Ricco naufragio, in cui sommerso ì moro,
poich’almen fur ne la tempesta mia
di diamante lo scoglio e ‘l golfo d’oro.
- Parole difficili:
navicella d’avorio: metafora per un pettine d’avorio
un dì: un giorno
fendea: solcava (il pettine “solca” i capelli come la nave solca/attraversa il mare)
reggea: reggeva, cioé teneva
per questi errori preziosi e quelli: per questo errare/viaggiare perzioso di qua e di là
flutti: le onde, ovvero i capelli
l’or de le rotte fila Amor cogliea, per formarne catene à suoi ribelli: Amore raccoglieva i biondi capelli rotti per catturare/incatenare coloro che, come l’autore, si ribellano al suo sentimento
rincrespando apria: mostrava increspandosi
procelloso: tempestoso
gìa: andava
ì moro: io muoio
poich’almen fur ne la tempesta mia di diamante lo scoglio e ‘l golfo d’oro: poiché almeno nella tempesta lo scoglio (la fronte di lei) fu splendente come un diamante e il golfo (i suoi capelli) fu d’oro.
Penso a che cosa succederebbe se gli stranieri imparassero ad esprimersi proprio in questo modo.
Ahaha, non credo ci siano grossi rischi! Anche se, a dire la verità, a volte le frasi che riescono a creare sono delle perle di vera poesia che farebbero invidia al Marino!
secondo me questo poesie sono bellissime, i barocchi tramite le metafore facevano provare un grande stupore ai lettori.