Abbiamo visto alcune foto della Biennale 2009 di Venezia appena inaugurata. Ne abbiamo scelte tre che ci hanno colpito.
“Stage” di Moshekwa Langa
Ci ha colpito perché è un’installazione caotica ma piena di colori e di materiali diversi, di origine domestica, tipo rocchetti di filati, bottiglie, macchinine, pezzi di puzzle, palle e gomitoli.
Una domanda che vorremo fare all’artista:
Questa installazione rappresenta una città specifica?
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Non sappiamo chi sia l’autore di quest’opera.
Ci ha colpito perché questa installazione di pezzi di legno messa tra l’erba è come se facesse parte della natura. Ci sono tante piccole parti che convergono nello stesso grande tronco. Il gioco è come quello del domino ma ci sono molti rami e i pezzi diventano sempre più grandi. Si può quindi immaginare che l’albero cresca grazie a questa forza dei piccoli pezzi.
Una domanda che vorremo fare all’artista:
Quando l’erba crescerà l’installazione sarà modificata?
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“Cave model” di Rachel Khedoori
Ci ha colpito per la sua struttura ingarbugliata, che si apre a diverse interpretazioni. A noi ricorda i tunnel scavati dagli animali sottoterra oppure le vene o i polmoni…
Una domanda che vorremo fare all’artista:
Perché i percorsi sono concavi e non chiusi come tubi?
Articolo scritto da Carolin e Chloé, studentesse all’Accademia del Giglio.
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