Nei giorni scorsi, in classe, abbiamo lavorato sul cortometraggio “No, mamma no” di Cecilia Calvi (Cinema italiano – Cortometraggi d’autore con sottotitoli, a cura di Ciro Massimo Naddeo e Alessandro De Giuli, Alma Edizioni, Firenze, 2009). A conclusione delle varie attività, e dopo il test su come riconoscere un vero mammone, come lavoro a casa, ho dato agli studenti una traccia su cui riflettere: “Come sono le mamme del vostro paese? Com’è il rapporto con i figli? Conoscete qualche mamma particolare?”
Katsura, studentessa giapponese ha scritto il seguente testo che qui pubblichiamo con qualche lieve correzione.
Penso che le mamme giapponesi considerino i loro comportamenti con gli altri, quindi loro considerano anche i comportamenti dei loro figli. Perché se i loro figli si comportano male con gli altri questa cosa significa che la loro educazione è cattiva.
Quando ero piccola, mia madre mi diceva sempre: “Quando tu vai a casa delle tue amiche, saluta le loro famiglie! Comportati bene! Non essere importuna!”. I giapponesi, soprattutto le donne di età più grande, contano molto sull’onore.
Ma, in verità, le mamme giapponesi amano tanto i loro figli. Qualche volta le mamme trattano i loro figli con severità ma di solito le mamme li trattano con affetto. Qundi, se qualcuno li loda, loro sono felici, ma generalmente i giapponesi non vogliono mostrare tanto i loro sentimenti, quindi se qualcuno loda i figli, le mamme negano la lode, ma dopo le mamme affermano la lode, e poi cominciano a lodare i loro figli per lungo tempo.
Le mamme svizzere educano i loro figli in modo molto indipendente. Non gli fanno da madre. In genere i figli svizzeri non diventano viziati dalle loro mamme.
Quello si vede in tante cose. Normalmente devono aiutare a casa. Devono fare ordine, pulire la casa, fare la spesa e qulche volta anche cucinare.
Penso che è un po’ diverso quando la mamma non lavora. Però la vita in Svizzera è cara e tutte le mamme che conosco io hanno cominciato a lavorare appena i figli sono andati a scuola.
Tanti devono anche pagare una parte di affitto.
In media i figli lasciano la casa all’età di venti anni.
Principalmente le mamme sono contente di avere più sfera privata.
Sabrine