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Insegnare italiano riciclando vecchi libri

copertinaAvete vecchi libri di esercizi d’italiano per stranieri, non sapete che farvene e siete in procinto di buttarli nella carta da riciclo? Fermi tutti! In tempi di crisi come questi, potete sempre riutilizzarli, un po’ come con la pasta del giorno prima quando ci facciamo una frittata o con la carne avanzata le polpette.

Rimettendo a posto la biblioteca della nostra scuola mi è capitato tra le mani un vecchio eserciziario del 1976 (La lingua Italiana per stranieri, corso medio esercizi e test, del “pioniere” Katerin Katerinov, edizioni Guerra, alcuni degli insegnanti più attempati forse se lo ricorderanno). In pratica paginate intere (per l’esattezza 105) di esercizi riempitivi. Stavo naturalmente per riporlo al suo posto polveroso (gettare un libro non mi riesce, anche se va al riciclo), quando mi son detto: proviamo per curiosità a proporre qualche esercizio di ripasso in una classe di livello B1 per vedere la reazione degli studenti. L’esercizio era il seguente (a pag. 31):

Sostituire all’infinito la forma conveniente del passato prossimo e del passato remoto

  1. Lei (commettere) il grave errore di lasciarsi sfuggire quell’occasione.
  2. (Loro rivedersi) soltanto dopo molti anni.
  3. I due ragazzi crescere insieme.
  4. Lì per Lì (parermi) di conscerlo.
  5. In quell’anno il professore (tenere) due conferenze a Perugia.
  6. (Lei non farmi) un’impressione molto gradevole.
  7. Neanche a me (piacere) molto.

L’assurdità dell’esercizio è fin troppo chiara. Non c’è alcuno modo di stabilire in ogni frase se sia “conveniente” usare il passato prossimo o il passato remoto. Per cui ho invitato ogni studente a contestualizzare una o due frasi e di conseguenza a giustificare l’uso di uno dei due passati.

Ecco alcuni esempi di quello che hanno scritto:

  1. La poliziotta era tutta occupata con il processo di Berlusconi e ha commesso il grave errore di lasciare sfuggire i banditi in quell’occasione.
  2. Laura e Paola erano buoni amici ma si sono trasferiti in due città diverse. A una riunione di scuola si sono rivisti soltanto dopo molti anni.
  3. I due ragazzi sono cresciuti insieme ma dopo qualche anno, però uno è entrato nella mafia, e quindi loro hanno finito l’amicizia.
  4. Una settimana fa ho perso l’amore, ma ieri quando sono andata al ristorante, ho visto un bel cameriere e poi lì per lì mi è parso di conoscerlo.
  5. Trenta anni fa il professore scorì una nuova stella e poi lui diventò famoso. In quell’anno il professore tenne due conferenze a Perugia.
  6. Quando m’iscrissi alla scuola elementare ero molto felice, ma dopo, quando conobbi la mia maestra, lei non mi fece una buona impressione e così la mia felicità scomparve.

Alla fine quindi  gli studenti  si sono sforzati di dare un senso a ogni frase, immaginando così una breve storia o situazione. Un buon ezercizio secondo me per incoraggiare la produzione scritta.

5 comments to Insegnare italiano riciclando vecchi libri

  • Alessandra

    Ciao Lorenzo, ho letto il tuo messaggio sulla mailing list dell’università per Stranieri di Perugia e sono corsa a vedere il vostro blog: ricco di proposte, ma ti sarai reso conto che l’idea di paragonare il libro di Katerinov (1976…) alla pasta avanzata per farne una frittata mi sembra un po’ azzardata(!!!). Cerchi di riprenderti dopo dicendo che è stato un “pioniere”… Io ho 32 anni, non credo certo di essere attempata e il Prof. Katerinov me lo ricordo molto bene. Non se se tu abbia mai avuto occasione di asssitere ad una lezione del Prof. in questione, che ti assicuro, sono di una modernità sconcertatante. E gli esercizi non sono solo “rimpitivi” ma riflessivi: in ogni caso in classe ci sarebbe stato un momento di riflessione in cui il Prof avrebbe fatto fare il lavoro che hai fatto tu, successivamente, a ognuno degli studenti presenti in classe, stimolando la loro riflessione sull’uso delle due forme di passato e sul contesto in cui si possono utilizzare.
    Comunque in bocca al lupo per il vostro lavoro!!

  • grazie mille Alessandra per il tuo contributo, mi fa piacere conoscere un Katerinov diverso da quello del suo eserciziario! Purtroppo non ho mai assistito a una sua lezione e comunque a me la pasta avanzata piace tantissimo :-) Un caro saluto

  • Molto intelligente la tua ripassata, con un goccio d’olio in più e magari qualche spezietta.
    Per fortuna abbiamo imparato a mettere al centro del nostro insegnamento l’intelligenza degli studenti!
    Ricordo una mia studentessa, tanti anni fa, che davanti ad una batteria di frasi come quelle usò tutti i tempi verbali a sua disposizione aggiungendo attorno alle frasi elementi di contesto.
    Erano tutte corretta, salvo qualche perdonabile refuso.
    Fu una lezione per il suo insegnante…
    O… “è stata”?
    Un saluto e… continuate così.

  • Serena

    Io credo che sia un’ottima idea “riciclare” in modo antitradizionalista esercizi tradizionali: non ho niente in contrario sugli eserciziari purché vengano utilizzati per ripasso, verifica o, come ha fatto, Lorenzo, aggiungendo una riflessione ulteriore a quanto proposto e costituendo così un’ottima attività di rinforzo. Quello che, secondo me, manca al Katerinov (il manuale), è una maggiore chiarezza nell’esporre quale sarebbe stato il modo utilizzato dallo stesso autore per svolgere l’esercizio proposto in classe. Quanto afferma Alessandra è molto interessante e, almeno nel Corso medio, si legge nella prefazione che sarà l’insegnante a decidere come utilizzare il libro, ma perché, mi chiedo, viste le numerose ristampe, non rendere più evidente questa possibilità con esempi e idee che costituiscono di per sé un aggiornamento? Perché non soffiare via la polvere e restituire uno strumento utile e di sostegno agli insegnanti tramite una nuova veste grafica e, magari, prendendo in considerazione le acquisizioni della glottodidattica in merito a chiarezza espositiva nelle istruzioni degli esercizi?

  • Grazie Serena! non possiamo che condividere le tue riflessioni. Un carissimo saluto

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