E’ iniziata il 19 ottobre scorso e finirà domenica 25 la IX settimana della lingua italiana nel mondo. Tema di quest’edizione: L’italiano tra arte, scienza e tecnologia. Sono 1300 gli eventi in programma sparsi in Italia e in tutto il mondo soprattutto presso ambasciate e istituti di cultura italiana. La presentazione è avvenuta al MAE a Roma il 15 ottobre, sottolineando come quest’anno la settimana abbia deciso d’inserirsi nel quadro dell’Anno Internazionale dell’Astronomia e dell’Anno Europeo della creatività e dell’innovazione, nonché di celebrare ben due importanti anniversari quali i 400 anni delle osservazioni astronomiche di Galileo, e i 100 anni della nascita del Futurismo (dalle opere del pittore futurista Mino Delle Site è infatti stato preso il logo dell’evento che vedete qui accanto).
Fin dal 2001 promotrice di questa rassegna di eventi è l’Accademia della Crusca, la cui presidente, professoressa Nicoletta Maraschio, parlando alla trasmissione Focus Cult ha però lamentato “una scarsa coscienza linguistica” nel nostro paese nei confronti della lingua nazionale. La scorsa settimana alla conferenza su lingue e tecnologie a Firenze, lo stesso presidente onorario dell’Accademia della Crusca professor Francesco Sabatini, ha affermato che negli ultimi cinquant’anni gli italiani hanno avuto poca considerazione e stima del loro idioma. Il linguista, professor Tullio de Mauro intervistato sempre da Focus Cult ha poi ribadito il concetto parlando di “italiano debole” a livello scritto fra i nostri connazionali, mentre il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Massimo Vedovelli forse un po’ troppo trionfalmente, ha esaltato l’appeal della nostra lingua all’estero. L’italiano esercita ancora oggi il suo fascino tra gli stranieri, ma magari non come un tempo, se è vero che l’Italia è in decima posizione nell’incoming studentesco mondiale con un misero 2%.
Interessante infine la trasmissione radiofonica Fahrenheit dedicata alla settimana della lingua, a cui sono intervenuti la stessa Nicoletta Maraschio, la scrittrice Anilda Ibrahimi e la pedagogista Graziella Favaro, programma in podcast che potete scaricare qui.
Per concludere, riprendedo le parole del Professor Sabatini, non resta che augurarsi che l’italiano continui a crescere come “una lingua viva in un vivaio di lingue”.
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