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Web 2.0 e affini: come cambierà l’insegnamento delle lingue (e non solo)

Si è tenuto sabato scorso 21 novembre 2009, presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane a Palazzo Strozzi, il XVIII Convegno Nazionale I.L.S.A. dal titolo APPRENDERE IN RETE: MULTIMEDIALITÀ E INSEGNAMENTO LINGUISTICO.

convegnoilsaIl Professor Massimo Maggini, presidente dell’Associazione, ha aperto i lavori sottolineando il fatto che nel web i discenti sono protagonisti e non solo fruitori dell’apprendimento, e che secondo recenti studi, le nuove tecnologie tenderebbero a sviluppare anche  l’uso dell’emisfero destro del nostro cervello e quindi porterebbero a un apprendimento bimodale delle lingue basato soprattutto su connessioni di tipo associativo (vedi le teorie dello psicolinguista M. Danesi).

L’intervento del Professor Maragliano dell’Università Roma3 si è incentrato sul tema della differenza tra mondo della conoscenza istituzionalizzato (formale) e quello non istituzionalizzato (informale) e sul loro difficilissimo, se non impossibile, rapporto.  Secondo il Professor Maragliano le istituzioni scolastiche, ovvero le detentrici della conoscenza formale, malgrado le innumerevoli difficoltà, dovrebbero almeno tentare di aprirsi alle nuove realtà e adattarsi alla moderna dimensione di rete, ripensando di conseguenza anche la loro stessa identità. Un compito che il professore giudica al momento di ardua realizzazione vista la mancanza di risorse umane e la scarsa sensibilità delle istituzioni nei confronti delle nuove tecnologie e della multimedialità in generale. C’è da dire però che l’informale si sta organizzando per conto proprio:  i “nativi digitali” (o le popolazioni digitalizzate, come preferisce definirle Maragliano), facendo rete, hanno infatti dato luogo a processi di riproduzione del sapere fuori dalle istituzioni (vedi ad esempio blog e wiki).

La professoressa Paula De Waal dell’Università degli studi di Padova ha incentrato il suo intervento sul fatto che la tecnologia non rappresenta più una novità se non viene continuamente innovata e ottimizzata in una prospettiva d’insegnamento e su come l’insegnante debba imparare a usare a fini didattici i sistemi disponibili in rete, poiché spesso le applicazioni del web 2.0 non sono state pensate per i docenti.
La professoressa ha proseguito illustrando come le nuove tecnologie siano fondamentali per la realizzazione dell’e-learning e di un learning management system, ovvero di una piattaforma tecnologica atta a gestire i vari processi di apprendimento e di insegnamento (tipo Moodle). Nuovi scenari si aprono pertanto nel campo dell’istruzione, come ad esempio:

  • il blended learning, cioè l’apprendimento online affiancato da una formazione di stampo tradizionale;
  • l’integrated learning, dove contesto formale e informale convivono e si integrano;
  • il mobile learning, apprendimento incentrato sull’uso di tecnologie mobili, come blackberry, smartphone, laptop, ecc.

In tutto questo la figura del docente cambia ma non perde di valore, anzi la sua capacità di progettazione sarà essenziale, sia su base euristica (sperimentare la progettazione da solo per la propria classe), sia programmando in gruppo per aree di competenza, sia basandosi su modelli presi da grandi progetti comunitari (tipo Indire).

Alla fine della mattinata la Professoressa Donatella Troncarelli dell’Università per Stranieri di Siena ha elencato vari ambienti virtuali di apprendimento delle lingue all’insegna della condivisione del sapere, come Livemocha o Busuu, veri e propri social network educativi, nei quali chi insegna può anche imparare e chi impara può anche insegnare, ma dove spesso, purtroppo, la qualità dei materiali non è delle migliori. La professoressa ha poi mostrato un esempio di aula web, fatta di blog, wiki, chat, materiale scaricabile, forum, gruppi di lavoro, task, ecc.

Nel pomeriggio chi scrive ha partecipato al laboratorio della professoressa Ivana Fratter (anche gli altri sembravano interessanti, ma purtroppo erano tutti in contemporanea), la quale, con grande chiarezza, ha presentato una classificazione delle applicazioni web 2.0 per poi approfondire alcune delle loro potenzialità educative. La professoressa ha mostrato esempi concreti di uso di alcune applicazioni del tutto gratuite (tra le altre il blog, il wiki, il podcasting), evidenziando successivamente alcune buone pratiche nello scegliere la giusta applicazione per ogni abilità produttiva: se si vorrà ad esempio far migliorare uno studente nella produzione scritta potremo aiutarlo ad aprire un suo blog e poi monitorarlo periodicamente; se invece si vorrà far progredire il discente nella produzione orale potremo incoraggiarlo a registrare i suoi contributi parlati su Voxopop.

Insomma,  multimedialità e web 2.0 sembrano un vero e proprio fiume in piena, ma sapremo incanalarlo sfruttandone al meglio e al più presto tutte le potenzialità? Questo estremo “connessionismo” sapremo coniugarlo con un nuovo costruttivismo? Troveremo la volontà e le risorse umane necessarie? Sono domande a cui la scuola (e con essa l’intera società) dovrebbe cercare di dare una risposta se vorrà superare la pietosa crisi in cui ormai versa.

Chi avesse partecipato al convegno e volesse aggiungere il suo punto di vista sarà il benvenuto.

Adgblog è il blog ufficiale dell’Accademia del Giglio, scuola di lingua, arte e cultura a Firenze.

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1 comment to Web 2.0 e affini: come cambierà l’insegnamento delle lingue (e non solo)

  • Serena

    Anche io ero al Convegno ILSA e ho seguito il laboratorio pomeridiano di Paola de Waal, anch’esso ricco di spunti di riflessione e nuovi
    stimoli. La professoressa infatti ha introdotto l’uso di nuove tecnologie
    alternative al computer come possibilità per la didattica del futuro. Già
    adottate in svariate scuole di paesi esteri esse permettono di non costringere
    gli studenti immobili a una scrivania davanti al computer, ma di muoversi e
    usufruire dello spazio sensibile con sistemi multisensoriali come palmari,
    utili ad esempio nell’insegnamento della geografia; sensori del movimento per
    l’educazione fisica; hypertag; crossmedia, un altro modo per trasmettere e
    aggregare un testo più complesso; ambienti intelligenti, utilizzabili
    nell’insegnamento delle lingue.
    Infine abbiamo esplorato insieme qualche risorsa web utilizzabile didatticamente come il sito dotsub.com e dipity.com.

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