La tecnica dell’acquerello: storia e pratica
L’acquerello (o acquarello) è una tecnica pittorica considerata, probabilmente a torto, tra le più facili da eseguire. In realtà la pennellata richiede una buona scioltezza della mano e deve essere determinata e precisa poiché i colori si asciugano rapidamente e tendono a mescolarsi tra loro creando effetti che, se non voluti, sono difficilmente correggibili. Non è possibile infatti effettuare correzioni con sovrapposizione del colore come per altre tecniche: ogni pennellata è definitiva.
D’altro canto, la sua velocità di esecuzione permette di impratichirsi più rapidamente rispetto alle altre tecniche: “Dopo tanti acquerelli, scopriamo anche di aver dimestichezza con l’espressione artistica e poco per volta riusciamo a comandare la nostra mano e a comunicare ciò che vogliamo attraverso forme e colori” (artekjara.it). La trasportabilità dei materiali è un altro pregio che ha reso questa tecnica molto popolare tra i viaggiatori e gli artisti che amano dipingere all’aria aperta. Anche la preparazione è molto semplice poiché i colori (pigmenti combinati a gomma arabica naturale) si ottengono con la diluizione nell’acqua.
Il supporto più usato per questa tecnica è la carta, quella con un’alta percentuale di cotone puro, in quanto questo materiale non si deforma eccessivamente al contatto con l’acqua, ma si può usare anche il cartone, la pergamena, la seta e addirittura il legno.
Le tecniche
Normalmente il foglio viene preparato con un leggero disegno a matita (per questo una conoscenza di base delle tecniche del disegno è necessaria prima di affrontare questa tecnica). In seguito possono essere applicate tre tecniche fondamentali per eseguire un acquerello:
1. Velature sovrapposte: macchie di colore vengono via via sovrapposte le une alle altre in modo da ottenere profondità pittorica e per poter rappresentare la luce e le ombre.
2. Bagnato su bagnato: il colore viene steso sul foglio di carta bagnato in precedenza in modo che i colori si diffondano nel supporto.
3. Bagnato su asciutto: il colore viene steso sul foglio asciutto dopo essere stato disciolto nell’acqua.
Esistono inoltre alcune varianti (vedi la pagina di John Lovett) alle tre tecniche principali come il Dry brush (pennello secco), il Lifting off (cancellatura) o il Dropping in color (sgocciolamento).
La storia
Il termine “acquerello” compare nel Settecento, ma fin dall’antichità, nei papiri per esempio, sono state utilizzate tecniche basate sullo stesso principio. Nel Medioevo venivano utilizzati pigmenti uniti a chiara d’uovo o gomma arabica soprattutto nelle miniature. Per l’affresco la tecnica era simile poiché venivano usati pigmenti solubili in acqua, con l’aggiunta però, in epoca bizantina e medievale, di sostanze opacizzanti di colore bianco.
La caratteristica principale di un buon acquerello è l’estrema “leggerezza” rappresentativa, la delicatezza dei colori, l’effetto di freschezza e la sua immediatezza espressiva: dal Rinascimento in poi l’acquerello diventa infatti una tecnica fondamentale per gli studi preparatori dei grandi maestri e delle loro grandi opere. Ma l’acquerello non veniva usato solo in arte: in mancanza della fotografia molti studiosi lo utilizzavano per le riproduzioni botaniche o scientifiche (chissà quanti artisti si sono mantenuti dipingendo tavole per volumi scientifici ed enciclopedie!).
Gli artisti
Tra i pittori più importanti che hanno utilizzato questa tecnica troviamo Albrecht Dürer che lo usava per eseguire studi sulla natura e per i paesaggi, Pisanello per i suoi studi di animali e Pinturicchio per gli studi di guerrieri.
Dal Seicento in poi, trovando come punto di partenza l’Olanda, questa tecnica si diffonde in tutta Europa e negli Stati Uniti, diventando la tecnica preferita da molti pittori nei secoli a venire. Tra questi molti gli artisti inglesi come William Taverner, William Turner e William Blake con le sue incredibili scene visionarie; tra i francesi Charles-Joseph Natoire, Hubert Robert e Jean-Louis Desprez vengono attratti dai monumenti classici, soprattutto romani o pompeiani. Tra gli artisti di epoche più recenti non possiamo non citare Cézanne, Gauguin, Manet, Picasso, Paul Klee e Edward Hopper che hanno utilizzato l’acquerello per alcuni dei loro capolavori.
La scuola
Per chi vuole provare questa tecnica, all’Accademia del Giglio di Firenze è possibile frequentare uno dei corsi di disegno e pittura che si tengono durante tutto l’arco dell’anno: i corsi sono personalizzati, per cui ogni studente può accordarsi con l’insegnante per avere delle lezioni fatte su misura. Inoltre per chi volesse fare un corso intensivo di acquerello, per l’estate 2010 la scuola organizza due workshop intensivi di cinque giorni a luglio e ad agosto: informazioni più dettagliate si trovano sul sito internet della scuola oppure per email adg.assistance@gmail.com o per telefono +39 055 2302467.
Notizie per la redazione di questo post, ove non direttamente indicato, sono tratte da Wikipedia, Forse ci sono, DeAgostini Edicola, Silvio Costabile.
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