Leggete la celebre aria “Vissi d’arte” tratta dal secondo atto della Tosca (1900) di Giacomo Puccini, libretto di Giacomo Giacosa e Luigi Illica.
Trama: Siamo a Roma alla fine del XIX secolo, durante il periodo delle Repubblica Romana. Il bonapartista Angelotti è fuggito di prigione e trova rifugio dall’amico pittore Cavaradossi, che è anche l’amante della cantante Tosca. Per riuscire a arrestare Angelotti, il capo della polizia Scarpia fa credere a Tosca che Cavaradossi ha un’altra donna mostrandole un ventaglio, che Angelotti ha dimenticato vicino al dipinto dell’amico pittore prima di fuggire travestito da donna per non essere catturato dalla polizia. Tosca, in preda alla gelosia, va a cercare Cavaradossi, ignara che la polizia la sta seguendo. Cavaradossi vien così preso, portato in prigione e torturato. Per liberare il suo amato Tosca rivela alla polizia il nascondiglio dell’amico evaso, tuttavia questo non serve a niente: Cavaradossi viene infatti condannato a morte. Disperata, Tosca chiede la grazia per il suo amore, ma il capo della polizia dice a Tosca che egli acconsentirà alla liberazione solo se lei gli si concederà. Spaventata, la cantante rivolge una preghiera a Dio (Vissi d’arte, vissi d’amore). Ma tutto è inutile: Tosca è costretta a concedersi a Scarpia…
Vissi d’arte, vissi d’amore,
non feci mai male ad anima viva! a nessuno
Con man furtiva
quante miserie conobbi, aiutai.
Sempre con fe’ sincera, fede
la mia preghiera
ai santi tabernacoli salì.
Sempre con fe’ sincera
diedi fiori agli altar.
Nell’ora del dolore
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così? mi ripaghi
Diedi gioielli
della Madonna al manto,
e diedi il canto
agli astri, al ciel, che ne ridean più belli. ridevano
Nell’ora del dolore,
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
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Canta Angela Gheorghiu.
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