Uno dei fiorentini più illustri che si ricordino è certamente Amerigo Vespucci, di cui quest’anno si celebra con una serie di manifestazioni il cinquecentenario dalla morte, avvenuta esattamente il 22 febbraio 1512 a Siviglia, in Spagna.
Amerigo Vespucci nacque a Firenze il 9 marzo del 1454, da una famiglia modesta. In quel tempo Firenze, sotto l’influsso di Lorenzo il Magnifico, era una città immersa nell’arte e nella cultura, in cui cresceva fortemente l’interesse per scienze come la geografia e la cosmografia. Vespucci divenne amico di un cugino del Magnifico, cioè di quel Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici per la cui residenza di Castello a Firenze Botticelli dipinse la Nascita di Venere e la Primavera. Lorenzo di Pierfrancesco, oltre a circondarsi di artisti, si occupava anche di commercio e di banche e aveva rapporti oltre che con l’Italia anche con la Spagna. Amerigo Vespucci lavorava per lui, in questo modo ebbe l’occasione di partecipare alle discussioni che si tenevano in materia di viaggi e scoperte geografiche. Si presentava in quei giorni una difficoltà per il commercio con la lontana Cina, poiché i sovrani della Persia non permettevano più il trasferimento delle merci via terra. A questo si poteva ovviare con i viaggi in mare, Vasco da Gama e Bartolomeo Diaz avevano aperto nuove vie attraverso il capo di Buona Speranza, ma si favoleggiava anche di altri passaggi per raggiungere la Cina da occidente.
Nel 1491, Vespucci lasciò Firenze e si trasferì a Siviglia, in Spagna, che sarebbe presto diventata famosa per le spedizioni verso il Nuovo Mondo. Cristoforo Colombo, come è noto, credette di avere aperto una nuova via e di avere raggiunto l’Asia per mare nel 1492. Amerigo Vespucci, nel 1494, potè occuparsi della seconda spedizione di Colombo e comprese così che presto sarebbe arrivato anche per lui il momento di imbarcarsi e partire. Ci riuscì nel 1497 e poi ancora in seguito, e raggiunse le coste meridionali del continente, dal Venezuela e ancora più a sud, lungo il Brasile, fino al 50° parallelo. Vespucci scrisse, durante i suoi viaggi da esploratore, alcune lettere in cui raccontava le sue impressioni sulle meraviglie che vedeva intorno a sé e descriveva le stelle dell’emisfero australe che pochi prima di lui (i navigatori portoghesi che avevano raggiunto il Sud Africa) avevano visto.
Infine, al ritorno, si convinse che quello che aveva incontrato era in realtà un vero e proprio nuovo continente e non una parte dell’Asia. In questa sua affermazione ebbe presto larghissimo seguito: i suoi scritti furono tradotti in latino da un famoso cartografo, Martin Waldseemüller, che li divulgò arrivando perfino a sostenere che il nuovo continente doveva chiamarsi America (da Americus Vespucius) e con tale denominazione lo contrassegnò sul mappamondo. Da allora il Nuovo Mondo si chiama come l’avventuroso navigatore fiorentino.
La sua città natale lo ricorda con un ponte che attraversa il fiume Arno e che fu inaugurato nel 1957 e con l’aeroporto che gli è stato intitolato. La Marina Militare Italiana gli ha intitolato la sua più bella e grande nave-scuola per l’addestramento degli allievi ufficiali.
La cerimonia di inaugurazione di questo che è stato battezzato “l’anno vespucciano” si è tenuta, alla presenza del Sindaco di Firenze Matteo Renzi, in piazza Ognissanti davanti all’ex-Ospedale di San Giovanni di Dio che fu fondato da un antenato del grande navigatore, proprio nella ricorrenza della morte.
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