- Puoi ricevere in omaggio un sacco di borsine e borse di ogni forma e colore. Ogni padiglione infatti te ne regala almeno una con il proprio catalogo. Alla fine della vernice puoi anche organizzare una votazione coi tuoi amici e decidere a quale borsa (o borsina) assegnare il premio “Leone d’oro” come migliore borsa. Quest’anno secondo noi il premio doveva andare alla borsa del Sudafrica, che peraltro non siamo riusciti a accaparrarci, il che ci ha ha fatto sprofondare nella disperazione più inconsolabile.
- Sempre all’insegna dello scrocco puoi bere tutti i caffé Illy che vuoi. Quest’anno era possibile anche scegliere la miscela. Noi abbiamo deciso che il Leone d’oro come miglior miscela Illy doveva andare senza dubbio a “Brasile” (tra parentesi anche il padiglione del Brasile non ci è sembrato niente male) per il suo sapore deciso ma gentile (se non avete mai bevuto un caffè dal sapore deciso ma gentile è inutile che cerchiate di immaginarlo).
- Indubbiamente divertente (e per i feticisti eccitante) osservare le scarpe e i sandali degli artisti, delle artiste e dei curatori dei padiglioni. Sembra che per molti la scelta del paio di calzature da indossare sia determinante per farsi notare alla Biennale. Della serie: se non mi ammiri l’opera almeno ammirami le scarpe.
- La Biennale ti stimola la corteccia cerebrale in modo desueto. Passare tutta la giornata a guardare quadri, sculture, performance, video, installazioni, collage, roba astratta, roba realista, roba iperralista, roba minimalista, roba-che-non-sai-definire-ma-ti-piace; tutto ciò è un ottimo esercizio di stimolazione per il vostro cervello. Non è come vedere un bel quadro al museo che bene o male sai decifrare, non foss’altro perché trovi la rassicurante spiegazione sulla guida. Qui alla biennale è tutto molto più fluido e gradevolmente instabile e tu ti ci tuffi dentro, novello/a Alice nel paese delle meraviglie pronto a sorprenderti o cercare di dare un senso a quello che hai davanti agli occhi. Magari capisci fischi per fiaschi, ma d’altra parte anche l’arte procede spesso in tal modo.
- Te ne puoi andare a spasso per la città col pretesto di visitare i padiglioni esterni o gli eventi collaterali. In questo vagabondare-perdersi-cercare per Venezia, ti imbatti sempre nel padiglione che non cercavi e che ti piace più di ogni altra cosa che avevi visto ai Giardini o all’Arsenale, forse perché hai la presunzione di averlo scoperto tu questo capolavoro. Tornandotene a casa, immensa sarà la soddisfazione nel dichiarare con non poca nonchalance: “Alla Biennale ci sono sempre le solite cianfrusaglie, ma in calle xxx ho avuto una vera è propria rivelazione ammirando le opere di xxx.”
- Ti puoi fare una foto davanti alle opere che reputi più fighe e metterla sul tuo profilo facebook. Farai crepare d’invidia i tuoi amici.
- Puoi fare incontri ravvicinati con artisti/e più o meno famosi/e o semplicemente con gente piacevolmente stramba, il che è molto rassicurante in quanto tu che ti credevi un po’ stranino ora ti senti tutt’a un tratto “normalmente” strano e riconciliato col mondo, insomma a tuo agio in tutte queste bizzarrie.
- Sempre per far crepare d’invidia qualcuno, puoi sempre dire al tuo ritorno (anche se non è vero) che hai visto qualche personaggio famoso e che dal vivo non è poi così bello come in televisione. Noi per esempio due anni fa abbiamo visto Yoko Ono (ed è vero! Yoko Ono è come in televisione), quest’anno Paul Mc Cartney (e non è vero, però abbiamo visto una sua opera)(e non è vero neanche questo: l’opera era di Paul McCarthy).
- Puoi risparmiare sui souvenir regalando al rientro a casa i cataloghi e/o le borsine che hai ricevuto in omaggio e che ti piacciono meno (oppure anche quelli che ti piacciono di più se li regali per far colpo su qualcuno di speciale).
- Ti puoi tranquillamente sbronzare con gli spritz offerti nelle varie inaugurazioni e abbuffarti ai buffet. Se sei invece un salutista e ci tieni alla linea trarrai enorme beneficio dalle estenuanti e interminabili camminate per tutta Venezia con nello zaino cataloghi che pesano come macigni. Anche i più esperti amanti del trekking saranno messi a dura prova da questo imperterrito vagabondare veneziano alla ricerca del padiglione perfetto.
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Accademia del Giglio, lingua italiana, arte e cultura a Firenze: adg.assistance@gmail.com.
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