Abbiamo appena ricevuto il numero 225 dello Study Travel Magazine di luglio 2013, rivista rivolta agli agenti e ai professionisti del settore degli studi all’estero. Spigolando qua e là abbiamo scovato alcune notizie che possono interessare anche il settore della lingua italiana, sebbene in questo numero l’Italia non mi risulta sia stata nemmeno nominata.
– The Asian Century? è il titolo in copertina. Come è facilmente immaginabile si parla dell’enorme sviluppo dell’Oriente come meta di viaggi-studio: l’Asia infatti, da risorsa di studenti è diventata essa stessa una destinazione di studio. Molti programmi sono in inglese, ma lo studio di lingue orientali sta avendo un incremento enorme.
– Due notizie sull’Inghilterra. La prima riguarda l’effetto Olimpiadi sulle scuole di lingua: al contrario di ciò che ci si potrebbe aspettare, il numero di studenti che si sono iscritti a un corso d’inglese nel 2012 è crollato del 7,8%. Secondo gli esperti questo effetto è dovuto al fatto che paesi che ospitano grandi eventi sportivi vedono un temporaneo declino del business dei viaggi studio, dovuto principalmente all’aumento dei costi per l’alloggio e alla riduzione della disponibilità dei posti nei voli aerei (e aggiungerei all’aumento del prezzo dei biglietti). I benefici a lungo termine di questi eventi sono difficilmente quantificabili.
– La seconda notizia sull’Inghilterra riguarda da vicino un problema che tocca anche l’Italia da anni: l’Inghilterra tra il 2011 e il 2012 ha perso 16,9 milioni di dollari (sic!) di entrate per le restrizioni del governo inglese ai visti di studio. Questo drammatico calo di un settore così importante è dovuto al fatto che gli studenti che richiedono un visto d’ingresso per il Regno Unito sono considerati a tutti gli effetti dei “migranti”. È un po’ la stessa cosa di ciò che sta succedendo da anni dalle nostre parti: visti di studio da paesi “strani” (ma a volte anche da paesi come gli Stati Uniti o il Giappone) vengono regolarmente rifiutati dalle nostra ambasciate. Gli studenti che invece sono riusciti ad avere il visto d’ingresso sono costretti ad una trafila burocratica paurosa per ottenere il permesso di soggiorno (uffici postali, plichi enormi da compilare, passaporti fotocopiati in ogni pagina, appuntamenti in Questura, ecc) e a sostenere spese non indifferenti: un permesso di soggiorno da tre a dodici mesi viene a costare ad oggi 137,50 Euro. Molti studenti preferiscono alla fine andare a studiare altre lingue in paesi europei che richiedono pratiche burocratiche più semplici ed economiche, come ad esempio la Germania o la Spagna.
– A proposito di Spagna, il Ministero dell’Educazione insieme all’Istituto del Commercio Estero, il Ministero del Turismo e l’Istituto Cervantes, hanno lanciato un il sito www.studyinspain.it. Il sito fornisce informazioni sulle scuole di lingua spagnola, le università e le scuole di business in spagnolo e in inglese, oltre notizie sulla Spagna e le sue regioni. Peccato che cliccando sul link il sito risulti ancora in costruzione: speriamo che i nostri amici spagnoli non seguano l’esempio del nostro tanto sudato italia.it! Tuttavia l’idea di questo sito ci sembra nobile e di sicura utilità per un tutto un settore che anche da noi avrebbe bisogno di un riconoscimento ufficiale della propria professionalità.
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