Andrea del Sarto può essere considerato il maestro della prima generazione di manieristi quali Pontormo e Rosso Fiorentino che rinnovò la tradizione pittorica rinascimentale usando le tecniche pittoriche più moderne, variando le tonalità e la monumentalità delle figura. A Firenze è possibile ammirare moltissime opere di questo importante artista vissuto a cavallo tra il Rinascimento e il Manierismo fiorentino.
Andrea del Sarto, pseudonimo di Andrea d’Agnolo di Francesco di Luca di Paolo del Migliore Vannucchi nacque a Firenze nel 1486 e qui morì nel 1530. L’appellativo “del Sarto” deriva dal mestiere del padre che appunto faceva il sarto. Sin da piccolo frequentò le botteghe d’arte di Firenze, tra cui quella di Piero di Cosimo. Dopo aver visto alcuni lavori di Michelangelo e Leonardo, lasciò la bottega di Piero di Cosimo e prese a metà col Franciabigio una stanza che fungeva da bottega e abitazione in piazza del Grano, vicino a dove sorgeranno gli Uffizi. Proprio in quel periodo si allontanarono da Firenze Michelangelo, Leonardo e Raffaello per cui il ventiduenne Andrea, giovane promessa della pittura moderna, riempì il vuoto lasciato dai grandi maestri del Rinascimento.
Nel 1509 ricevette l’incarico di completare il ciclo di affreschi nel chiostro della basilica della Santissima Annunziata sulle storie dei miracoli di san Filippo Benizzi. Il ciclo era stato iniziato nel 1460 da Alessio Baldovinetti, proseguito da Cosimo Rosselli e poi rimasto incompiuto. Negli anni successivi vennero chiamati a completare le lunette del ciclo Pontormo e Rosso Fiorentino che, ispirandosi ad Andrea e lavorando poi ad altre opere legate alla basilica, crearono una vera e propria “scuola” in contrapposizione a quella di San Marco.
Gli affreschi che si possono ammirare nel chiostrino della Santissima Annunziata, il Corteo dei Magi (1511) e poi la Natività della Vergine (1514), sono probabilmente la testimonianza di un suo viaggio a Roma nel 1510 che gli avrebbe permesso la conoscenza degli sviluppi pittorici di Leonardo e Raffaello.
Di questo periodo abbiamo numerosi disegni di Andrea del Sarto che gli hanno fatto la fama di grande disegnatore: questi lavori rivelano un attento studio della lezione michelangiolesca.
Nel 1509 iniziò gli affreschi monocromi del chiostro dello Scalzo, a Firenze, raffigurazioni pittoriche che danno l’effetto bassorilievo: la realizzazione dell’opera durerà, con molte interruzioni, fino al 1526, e diventerà meta di studio obbligata per tutti gli artisti emergenti dell’epoca.
Anche la Madonna delle Arpie degli Uffizi, del 1517 richiama l’immagine di una scultura: la monumentalità delle figure in posizione piramidale ricorda il titanismo di Michelangelo, addolcito però dallo sfumato leonardesco e dall’uso di colori brillanti.
Negli stessi anni, assieme a Pontormo e altri suoi allievi, partecipò anche alla decorazione della Camera nuziale di Palazzo Borgherini che si trova in Borgo Santi Apostoli a Firenze.
Alla fine del 1517 o ai primi del 1518 sposò Lucrezia del Fede: in questo periodo dipinse alcuni ritratti che si trovano adesso a Madrid e Londra. Dopo il maggio 1518 partì per la Francia, invitato da Francesco I, ma dopo solo un anno, forse richiamato dalla moglie, forse a causa della sua timidezza che gli precluse l’inserimento a corte, tornò a Firenze.
Ritornato a Firenze riprese i lavori al chiostro dello Scalzo, dove lo aveva sostituito nel frattempo il Franciabigio. Di questi anni particolarmente importante dal punto di vista compositivo e cromatico è la Pietà dipinta per le monache di San Piero a Luco (ora alla Galleria Palatina), nel Mugello, dove Andrea si era rifugiato nel 1523 per sfuggire all’epidemia della peste, e ispirata alla Pietà di Fra’ Bartolomeo.
Interessante è anche il piccolo dipinto a olio su tavola del Salvatore che si trova nella cappella dei voti in Santissima Annunziata dove il Cristo, in un’inquadratura strettissima, è dipinto di tre quarti e con lo sguardo rivolto allo spettatore. Il rosso della veste e il volto sfumano dolcemente nell’ombra dello sfondo, secondo una tecnica sperimentata da Leonardo da Vinci. La mano di Andrea del Sarto si riconosce soprattutto nell’espressione malinconia e al tempo stesso intensa del Cristo.
Probabilmente l’apice della sua arte, Andrea lo raggiunge con il Cenacolo di San Salvi, un grande affresco conservato nel Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, vicino la chiesa di San Salvi, a Firenze. L’opera venne realizzata in larga parte tra il 1520 e il 1525 anche se la commissione risaliva al 1511, fu conclusa nel 1527 e completata in sessantaquattro giornate. Fu una delle pochissime opere superstiti fuori dalle mura durante l’assedio di Firenze nel 1529-1530: pare che i soldati imperiali guidati da Carlo V furono così colpiti dalla sua sorprendente modernità da risparmiarlo. Dal 1534 il monastero divenne femminile e venne introdotta una rigida clausura che rese l’opera di fatto invisibile. L’impostazione della scena è di chiara ispirazione leonardesca ma con influssi anche del Ghirlandaio. La parte superiore dell’affresco è molto originale poiché rappresenta una terrazza dove due personaggi, sullo sfondo di un cielo al tramonto, assistono alla scena. Uno dei due tiene un vassoio ed è quindi un servitore della locanda, mentre l’altro, con le braccia appoggiate alla terrazza rivolge lo sguardo verso di lui, ruotando la testa di profilo: uno dei due potrebbe essere l’autoritratto del pittore. I colori usati non sono quelli primari della tradizione quattrocentesca (rossi, azzurro, gialli intensi), ma mezze tinte come il violetto, il verdognolo, l’arancio e il turchese. L’artista fa anche largo uso del chiaroscuro per dare l’idea del movimento delle vesti e della plasticità delle figure, inoltre sono numerosi gli effetti cangianti, come quello nella veste di Giuda che siede a sinistra di Cristo.
Un Autoritratto di Andrea del Sarto è visibile nel Corridoio Vasariano della Galleria degli Uffizi mentre alla Galleria Palatina si possono ammirare un bellissimo San Giovannino e forse l’ultima opera dell’artista, l’Assunzione della Vergine dipinta per la badia vallombrosana di Poppi.
La tomba di Andrea del Sarto si trova nella basilica della Santissima Annunziata.
Comprensione. Adesso rispondete alle domande:
1. Andrea del Sarto può essere considerato l’ultimo pittore del Rinascimento. Vero/Falso
2. Franciabigio è stato il maestro di Andrea. Vero/Falso
3. Piero di Cosimo è stato uno dei maestri di Andrea. Vero/Falso
4. Pontormo e Rosso Fiorentino lavorarono alla Santissima Annunziata. Vero/Falso
5. Pontormo e Rosso Fiorentino sono pittori manieristi. Vero/Falso
6. Andrea viaggiò molto a Roma, Madrid, Londra e Parigi. Vero/Falso
7. La pittura di Andrea del Sarto è una sintesi dell’arte di Michelangelo, Raffaello e Leonardo. Vero/Falso
8. Anche il Cenacolo di San Salvi subì molti danni durante l’assedio di Firenze. Vero/Falso
9. La parte più originale dell’affresco del Cenacolo di San Salvi è quella inferiore. Vero/Falso
10. Andrea del Sarto è sepolto a San Salvi. Vero/Falso
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