Un altro artista, di origine fiamminga ma fiorentino di adozione, di cui si possono vedere molti suoi lavori a Firenze è Giambologna. Con questo testo scoprirete chi era e cosa ha fatto e vi verrà probabilmente voglia di vedere le sue sculture con i vostri occhi. In fondo al testo ci sono alcune semplici domande per controllare la comprensione.
Jean de Boulogne nacque nelle Fiandre, a Douai (oggi in Francia) nel 1529 e fu uno scultore fiammingo attivo in Italia, in particolare a Firenze. Svolse il suo apprendistato nel suo paese e nel 1550 si trasferì a Roma dove poté studiare le sculture classiche e moderne, in particolare quelle di Michelangelo. Non sappiamo con esattezza se conobbe di persona Michelangelo, ma è certo che ne rimase impressionato a tal punto che nel suo primo periodo imitò i suoi lavori, trovando però con il tempo una strada sua che gli permise di diventare uno dei più apprezzati scultori del manierismo.
Nel 1552 Giambologna si trasferì a Firenze, dove venne ospitato dal collezionista Bernardo Vecchietti, per il quale egli eseguì le sue prime opere fiorentine. Vecchietti lo introdusse nella corte medicea presentandolo al futuro granduca Francesco I. In questo periodo a Firenze c’erano diverse personalità di spicco nell’ambito della scultura, basti ricordare Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini e Bartolomeo Ammannati, per cui non fu semplice per Giambologna inserirsi nel giro delle committenze granducali.
I suoi primi lavori furono lo stemma mediceo posto sulla scalinata del Palagio di Parte Guelfa e un rilievo in alabastro destinato al principe Francesco, raffigurante l’Allegoria di Francesco I.
Nel 1560 partecipò al concorso per la Fontana del Nettuno di Piazza della Signoria, vinto poi dall’Ammannati, che gli permise di farsi notare. Nello stesso anno eseguì il Bacco del Bargello, il suo primo bronzo monumentale.
Subito dopo ricevette il primo incarico di prestigio da parte di Francesco I, il gruppo in marmo con Sansone e il filisteo, opera di stampo michelangiolesco per la tensione dinamica delle figure in lotta, ma anche tendente al naturalismo: Giambologna era infatti abilissimo nel rappresentare animali. Al Museo del Bargello si possono infatti vedere un pavone, un tacchino e un gufo, provenienti dalla grotta della Villa medicea di Castello.
Dal 1563 al 1565 Giambologna si trasferì a Bologna per realizzare il Nettuno da collocare sulla monumentale fontana di Piazza Nettuno, adiacente a Piazza Maggiore. Rientrato a Firenze nel 1565, realizzò il gruppo raffiguarante Firenze vittoriosa su Pisa, inizialmente sistemata nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio e poi trasferita al Museo del Bargello. Realizzò anche una fontana per Villa Medicea della Petraia e l’enorme Appennino per il parco della Villa di Pratolino. Eseguì alcune opere per il Giardino di Boboli come la statua raffigurante Oceano che si trova al centro della fontana del Tribolo e la piccola Venere per la fontana posta al centro della Grotta del Buontalenti. Infine nel 1582 eseguì il piccolo bronzo con Morgante a cavallo di un mostro marino, per la fontana del giardino pensile della Loggia della Signoria.
La serie dei Mercurio rese famoso Giambologna poiché probabilmente colpì il gusto dell’epoca: uno di questi è il Mercurio di grandi dimensioni oggi esposto al Bargello. I suoi Mercurio sono figure molto dinamiche e leggere che sembrano sul punto di alzarsi in volo. Oltre alla fortunata invenzione del Mercurio volante, Giambologna realizzò numerosi altri bronzetti che i collezionisti fiorentini si contendevano accanitamente.
Per il famoso studiolo del granduca Francesco I in Palazzo Vecchio eseguì una delle otto divinità collocate nelle nicchie, l’Apollo. Per poterla vedere a tutto tondo Giambologna la dotò di un meccanismo che ne consentiva la rotazione.
Sotto la Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria si trova l’opera di Giambologna più famosa a Firenze: il Ratto delle Sabine (1583), una statua alta 4,10 metri che rappresenta un giovane che solleva sopra la sua testa una fanciulla, mentre un vecchio per terra si dispera. Giambologna realizzò la statua utilizzano un unico blocco di marmo e dandole un andamento estremamente ricco di pieni e vuoti: creò probabilmente la prima statua con punti di vista multipli, che invita lo spettatore a crearsi un percorso a spirale per osservare l’opera da tutte le molteplici angolazioni significative. Sempre sotto la Loggia si trova anche un altro importante gruppo scultoreo, quello di Ercole col centauro Nesso.
Negli ultimi anni della sua carriera Giambologna realizzò due importanti monumenti equestri: quello di Cosimo I posto in Piazza della Signoria e quello di Ferdinando I collocato in Piazza della Santissima Annunziata. Nel 1602 invece eseguì la statua di San Luca posta nella nicchia dell’Arte dei Giudici e Notai di Orsanmichele. Sempre in questi anni lavorò alla Cappella Salviati nella chiesa di San Marco e alla sua cappella funeraria nel coro della SS. Annunziata, in cui venne sepolto il 13 agosto 1608.
Comprensione. Rispondete Vero o Falso alle seguenti domande:
1. Giambologna non era fiorentino. Vero/Falso
2. Si trasferì giovanissimo prima a Roma e poi a Firenze. Vero/Falso
3. A Firenze riuscì subito a trovare dei lavori importanti. Vero/Falso
4. Vinse il concorso per la Fontana del Nettuno. Vero/Falso
5. Era molto abile a scolpire animali. Vero/Falso
6. Divenne famoso per una serie di sculture che rappresentavano Mercurio. Vero/Falso
7. La sua opera più famosa a Firenze è il Ratto delle Sabine. Vero/Falso
8. Realizzò due importanti monumenti equestri. Vero/Falso
9. La sua tomba si trova nella chiesa di San Marco. Vero/Falso
10. Una delle sue più grandi innovazioni è la statua visibile da punti di vista multipli. Vero/Falso
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