Il museo del Bargello, che si trova proprio lì di fronte, è sicuramente una meta da non perdere, ma la Badia Fiorentina sarà sicuramente una bella sorpresa per chi si dedicherà a una sua visita per qualche decina di minuti (ecco dov’è). Qui, secondo la Vita Nuova, Dante Alighieri vide Beatrice per la prima volta durante una messa e in seguito Giovanni Boccaccio vi tenne le sue celebri letture della Divina Commedia. Per arrivare ai giorni d’oggi proprio qui si svolge l’inizio dell’ultimo romanzo di Dan Brown, Inferno, ispirato anch’esso al famoso poema dantesco.
La Badia Fiorentina è un luogo di culto antichissimo: viene ricordata in alcuni documenti del 960 quando vi sorgeva già la chiesa di Santo Stefano detta “del popolo”: attorno vi fu costruita nel 978 l’abbazia benedettina detta poi Badia Fiorentina che oggi possiamo vedere.
Grazie a grandi donazioni ed ai privilegi concessi da papi e da imperatori, l’abbazia divenne molto ricca e importante e intorno ad essa sorsero diverse attività legate alla realizzazione di libri e pergamene.
Nel 1285 la chiesa fu ristrutturata in stile gotico da Arnolfo di Cambio, che ne cambiò l’orientamento collocando l’abside verso via del Proconsolo creando così un orientamento est-ovest per ricevere la luce mattutina: le finestre in stile gotico sono ancora visibili da via del Proconsolo. Una parte della facciata gotica è visibile dall’interno dell’ex Pretura in via de’ Magazzini. La chiesa aveva tre navate ed era molto colorata: il pavimento era in materiale ceramico colorato, il soffitto era coperto da capriate decorate con motivi ornamentali, inoltre era stato iniziato un ciclo di affreschi.
Il campanile è uno dei più celebri e originali della città: ha una base esagonale ed è cuspidato. Nel 1307 il campanile fu abbattuto a metà per punire i monaci riluttanti a pagare una tassa cittadina: venne però ricostruito nel 1330 e la sua altezza è di circa 70 metri.
Nel Quattrocento l’abate portoghese Ferreira de Silva ne fece un centro di cultura umanistica. A questo periodo risale la costruzione ad opera di Bernardo Rossellino del chiostro degli Aranci che, nonostante le trasformazioni subite nei secoli, è rimasto sostanzialmente integro: al piano superiore si può ammirare un ciclo di affreschi sulla Vita di San Benedetto dipinto dal 1436 al 1439 dal portoghese Giovanni da Gonsalvo (Joâo Gonsalves). Lo stile di questo pittore si rifà a Beato Angelico e Filippo Lippi. Una lunetta è invece opera del giovane Agnolo Bronzino.
Nella chiesa vi si trovano diverse opere d’arte in stile rinascimentale come le sculture di Mino da Fiesole e di Bernardo Rossellino e un affresco di un Sant’Ivo di Masaccio realizzato su un pilastro della chiesa.
Sempre al Quattrocento risale un preziosissimo tessuto di seta rossa ed oro, tagliato per le dimensioni della chiesa, che veniva usato nelle occasioni più importanti e che ne poteva coprire l’intera superficie: è un’enorme quantità di tessuto tra i più antichi e preziosi d’Europa.
Ai primi del Cinquecento Benedetto da Rovezzano ristrutturò la parte del monastero all’angolo fra via del Proconsolo e via Dante Alighieri e venne costruita la cappella Pandolfini.
Nel Seicento l’abate senese Serafino Casolani fece trasformare completamente la chiesa dall’architetto Matteo Segaloni: venne cambiato di nuovo l’orientamento dell’altare, ora posto a sud in direzione dell’Arno, e la pianta della chiesa divenne a croce greca.
Nel Settecento l’interno della chiesa venne ulteriormente trasformato e presenta una sovrapposizione di stili e strutture: il soffitto ligneo intagliato di inizio ‘600, il presbiterio con un coro cinquecentesco e gli affreschi settecenteschi di Gian Domenico Ferretti (1734). Subito a sinistra dopo l’ingresso, spicca la grande pala di Filippino Lippi Apparizione della Vergine a san Bernardo, di altissima qualità pittorica. La barocca Cappella di San Mauro, a destra, è stata affrescata da Vincenzo Meucci (1717) mentre sopra la cappella si trova un grande organo in legno intagliato sempre settecentesco. Sulla parete sinistra, sopra il monumento a Ugo di Toscana, nella cantoria è conservata la pregevole tela dell’Assunta e due santi di Giorgio Vasari (1568). Di Mino da Fiesole è il Monumento a Ugo di Toscana e il bassorilievo con la Madonna con Bambino fra i Santi Leonardo e Lorenzo.
Attenzione: la chiesa è aperta ai visitatori nel pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00 e il chiostro è visitabile solo il lunedì nello stesso orario.
Comprensione. Rispondete Vero o Falso alle seguenti domande:
1. La Badia Fiorentina nei secoli è rimasta sostanzialmente uguale. Vero/Falso
2. La chiesa è in stile gotico. Vero/Falso
3. Arnolfo di Cambio e Bernardo Rossellino erano architetti. Vero/Falso
4. Il campanile è del ‘300. Vero/Falso
5. Il chiostro degli Aranci dalla sua costruzione non ha subito sostanziali cambiamenti. Vero/Falso
6. Giovanni da Gonsalvo è stato allievo di Filippo Lippi. Vero/Falso
7. Nel Seicento la chiesa subì un drastico cambiamento. Vero/Falso
8. Nel Settecento Filippino Lippi dipinse l’Apparizione della Vergine a san Bernardo. Vero/Falso
9. Tra le varie opere rinascimentali ci sono anche una tela di Vasari e una di Leonardo da Vinci. Vero/Falso
10. La Badia Fiorentina è famosa anche per motivi letterari. Vero/Falso
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