Questo è l’ipotetico intervento che avremmo fatto agli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo del 22 e 23 ottobre 2014 se fossimo stati invitati a parlare.
Siamo i direttori di una scuola privata di lingua italiana, cultura e arte nel centro di Firenze. La scuola si chiama Accademia del Giglio ed è nata nel 1995: l’anno prossimo compie vent’anni. Negli anni molte cose sono cambiate, a partire dal nostro approccio all’insegnamento della lingua italiana che all’epoca era forse ancora pionieristico ed affidato al buon senso più che a studi accademici. Da statuto il nostro scopo è la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo ed è quello che abbiamo sempre fatto o tentato di fare. Possiamo dire che da noi sono passati migliaia di studenti di tutto il mondo e di tutte le età. Quando abbiamo cominciato la stragrande maggioranza dei nostri allievi proveniva dalla Corea del Sud. Qualche anno dopo i coreani erano quasi scomparsi lasciando il posto ai giapponesi. Insieme a loro c’erano ancora molti studenti provenienti dagli Stati Uniti e soprattutto durante i mesi estivi avevamo molti studenti europei, dalla Francia, dalla Germania, dalla Spagna, dalla Polonia, dall’Inghilterra, ecc. In quegli anni riuscivamo a formare ogni mese cinque o sei classi di studenti di lingue diverse. C’era molto interesse e curiosità verso tutto ciò che era italiano e le motivazioni per cui venivano in Italia a studiare lingua erano varie e tutte molto profonde. Avevamo studenti che stavano minimo quattro settimane, molti restavano per ventiquattro. Dopo il duemila è cominciata una lenta, ma inesorabile decadenza delle iscrizioni, studenti sempre meno motivati e che restavano per periodi sempre più brevi. La cosa è continuata fino ad oggi e non sembra che ci siano cambiamenti di tendenza.
Guardando la tabella 3, che mostra il totale generale degli studenti d’italiano all’estero, per paese, in ordine decrescente, che si trova allegata alla cartellina dei partecipanti al convegno, si rimane un po’ perplessi: gli studenti tedeschi, i primi in classifica, sono praticamente scomparsi, non vediamo uno studente tedesco da anni. È più facile avere qualche studente brasiliano (ottava posizione) o cinese (quarantaseiesima posizione) o addirittura di Hong Kong (novantunesima posizione) che un tedesco o uno svizzero. Questo per dire che il numero di studenti d’italiano all’estero non è proporzionale al numero di studenti che vengono in Italia per imparare o migliorare il loro livello di italiano. Ma la cosa più inquietante è il generale calo d’interesse nello studiare la lingua, nonostante negli ultimi anni ci siano state indicazioni chiarissime a livello europeo.
L’altra attività collaterale al nostro lavoro di insegnamento, ma comunque molto importante, è la gestione della testata giornalistica adgblog.it. Nato come un semplice blog scolastico nell’agosto del 2006, è diventato con il tempo un punto di riferimento per insegnanti e studenti di lingua italiana nel mondo. Quasi quotidianamente vengono pubblicati articoli di didattica, esercizi, attività, recensioni e notizie relative alla lingua italiana e all’arte (con un occhio di riguardo per Firenze). Vi sono pubblicati al momento più di 3000 articoli: oltre 200, per esempio, sono di attività didattiche con le canzoni italiane. Adgblog, pur rivolgendosi a un utente di nicchia, ha circa 1500 accessi unici al giorno (sono circa 50000 al mese). Queste cifre hanno fatto sì che dal 2011 abbiamo deciso di ufficializzare questo successo e trasformarlo in una regolare testata. Un grande lavoro quindi di diffusione della lingua e cultura italiana, tutto a titolo assolutamente gratuito. Dobbiamo dire che è stato bello, nel 2007, ricevere il Label Europeo delle Lingue, l’unico riconoscimento ufficiale al momento ottenuto (oltre alla riconoscenza degli insegnanti di italiano L2/LS che si trovano sparsi per il mondo che lo usano per le loro lezioni).
Durante questo convegno è stato detto più volte che l’italiano è la quinta o la quarta lingua studiata nel mondo e che è in crescita. La nostra esperienza empirica ci sta dimostrando il contrario. Sappiamo per conoscenza diretta che interi dipartimenti di italiano di università statunitensi hanno chiuso o sono stati drasticamente ridotti e magari accorpati a quelli di francese. Vediamo con i nostri occhi che chi viene a studiare a Firenze lo fa per sempre più brevi periodi e che è magari più interessato a fare un corso di cucina (in inglese) e andare a vedere le Cinque Terre (con guida in inglese) che farsi un’esperienza di immersione totale nella nostra cultura. Vediamo quotidianamente che gli stereotipi sull’Italia e sugli italiani, anziché scomparire, vanno sempre più affermandosi. E questo ci dispiace, dopo anni di lavoro duro sull’abbattimento degli stessi. Forse perché siamo un paese che nel bene e nel male si fa notare a livello internazionale senza un piano strutturato, senza un “sistema” come abbiamo sentito dire anche durante questo convegno. Siamo il paese che ha bisogno ogni tanto di un film patinato come La grande bellezza per far sapere al mondo quanto siamo belli e intelligenti, ma non siamo in grado di uscire dal circolo vizioso dell’opera, della pizza, della mafia e della mamma.
A questo convegno abbiamo sentito molte belle cose sull’Italia e sull’importanza dell’insegnamento dell’italiano, ma la cosa che più ci è piaciuta è l’attenzione che finalmente è stata posta a questo aspetto culturale che finora era stato tenuto in poca considerazione, così come lo è stato il grande corpo di docenti di italiano L2/LS e di facilitatori linguistici che lavorano nelle nostre scuole: le parole del ministro Giannini al riguardo sono state chiare.
Per parte nostra, sempre certo con un po’ di disillusione, porteremo avanti la nostra missione di diffusione della lingua e cultura italiana e di abbattimento degli stereotipi con la dovuta dignità e professionalità.
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Completamente d’accordo! Su tutta la linea.
Condivido in pieno quello che avete scritto!
Mariangela