Si è svolto ieri a Bologna, il 3 ottobre 2015, l’incontro L’insegnante di italiano a stranieri: una figura tra risposta a bisogni specifici e bisogno di riconoscimento specifico. Una sintesi necessaria, promosso da APIDIS (Albo Professionale Italiano dei Docenti di Italiano a Stranieri), con la collaborazione di ILSA (Insegnanti Italiano Lingua Seconda Associati) e Riconoscimento Nazionale della Professionalità degli Insegnanti di Italiano L2/LS. Alan Pona ha partecipato all’incontro e ce ne fa un suo personale resoconto.
Il presidente di Apidis, Maurizio Sarcoli, ha moderato l’incontro, ricco di ospiti ed interventi importanti.
Interventi specifici sull’insegnante/facilitatore linguistico e sul suo ruolo, a scuola e non solo, sono stati condotti da:
Laura Cambriani di Riconoscimento;
Massimo Maggini di ILSA;
Graziano Serragiotto, direttore del Laboratorio Itals dell’Università Ca’ Foscari di Venezia;
Rosa Pugliese, docente di Didattica dell’italiano L2 dell’Università di Bologna;
Emilio Porcaro, Dirigente del CPIA Metropolitano di Bologna e presidente onorario APIDIS;
Marzio Barbieri, Servizio politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale, Direzione Regionale Sanità e Politiche Sociali Regione Emilia Romagna.
Dopo alcuni interventi di carattere più generale e di contestualizzazione, la discussione si è spostata naturalmente sulla nuova istituenda classe di concorso A23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti).
Laura Cambriani ha illustrato la proposta, promossa da APIDIS, ILSA, Riconoscimento, di “rilettura” dei requisiti di accesso alla classe di concorso della tabella A del MIUR. La platea si è dichiarata soddisfatta della proposta. Alleghiamo, qui di seguito, la tabella A del MIUR (Tabella 1) e la sua “rilettura” (Tabella 2).
La prof.ssa Rosa Pugliese esprime la perplessità riguardo alla decisione di privilegiare, nella tabella A, settori scientifico-disciplinari (SSD) come L-FIL-LET/04 (Lingua e letteratura latina) e studi diacronici sulla lingua italiana – chi scrive aggiunge, tra gli altri, insegnamenti come Storia greca e Storia romana. Osserva Rosa Pugliese che non esistono al momento piani di studio coerenti con i requisiti proposti dal MIUR per l’accesso all’A23. Come si sono scelti questi requisiti?
Massimo Maggini riflette sul ruolo delle università: esse hanno creato percorsi specifici (master, scuole di specializzazione, corsi di perfezionamento) e certificazioni per figure che potrebbero non essere mai riconosciute dalla normativa italiana.
Tutti i presenti all’incontro concordano sulla istituzione di una norma transitoria di riconoscimento dei decenni di attività di insegnamento/facilitazione di italiano L2 a scuola e fuori da essa; norma transitoria che riconoscerebbe i professionisti – titolati più dei docenti della scuola pubblica – che da anni portano avanti progetti di qualità e che costituiscono un’ossatura portante per la Scuola sulle prassi di didattica interculturale inclusiva dell’italiano come L2.
Laura Cambriani chiede, in più occasioni, ai professori universitari presenti all’incontro di chiarire cosa le loro rispettive università hanno fatto o faranno per tutelare gli insegnanti/facilitatori linguistici. La risposta più convincente sembra venire dalla prof.ssa Rosa Pugliese, che informa la platea di un documento in cui si chiede, ragionevolmente, che
La proposta di chi scrive, adesso, è quella di sollecitare i quattro Enti certificatori riconosciuti dallo Stato italiano (Università per Stranieri di Siena, Università per Stranieri di Perugia, Università Roma Tre, Società Dante Alighieri) e le altre università ad intervenire, magari sottoscrivendo il documento di cui sopra (tabella 2), o a proporre una “rilettura” alternativa; quello che i professionisti di L2 attendono da mesi è una posizione chiara e decisa: da anni hanno pagato queste istituzioni per formarsi, perché certificassero le loro competenze, e si aspettano che si prenda una posizione ferma su quella che rischia di diventare la cancellazione di una figura professionale di alta formazione.
Concludo con uno spunto di riflessione: come è possibile che un ente riconosciuto dallo Stato italiano dia una certificazione di competenza o un titolo di laurea o post lauream specifico e lo Stato italiano stesso, tramite MIUR, neghi la stessa certificazione di competenza e/o titolo? Che cosa c’è sotto?
I requisiti proposti per la nuova classe di concorso A23 si avvicinano grottescamente ai requisiti per gli insegnanti di Lettere delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Scuola italiana. Se il disegno del Ministero – si potrebbe sospettare leggendo i requisiti della tabella A per l’accesso ai percorsi di abilitazione e l’apertura alle altre abilitazioni – è quello di riciclare i precari di lettere per l’insegnamento/facilitazione dell’italiano come L2 per poi farli “passare alla materia” negli anni successivi – quanto avviene troppo spesso per il sostegno – occorre una presa di posizione severa ed etica che tuteli, prima che i professionisti, i tanti bambini e ragazzi parlanti italiano L2, che hanno diritto, come gli altri bambini di serie A, alla garanzia di qualità nel loro percorso educativo.
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Ciao a tutti, sabato ero presente e ho parlato a nome di un gruppo di diplomati al Master Itals2 che si trovano in disaccordo con il requisito dell’esperienza certificata. All’assemblea è stato detto che le esperienze di volontariato sono per forza di cose escluse, ma noi crediamo che se accompagnate da un’adeguata preparazione universitaria queste vadano giustamente riconosciute. Inoltre, non risulta più chiaro se la proposta sia relativa ai requisiti di accesso all’abilitazione o al percorso abilitativo. La tabella A faceva riferimento all’accesso ai percorsi abilitativi, mentre nell’articolo si parla di “accesso alla classe di concorso”.
Ringrazio Alan per il resoconto che evidenzia però una delle linee emerse durante l’icontro di sabato 3 mattina: altre idee e spunti sia in merito alla classe di concorso A-23, sia per le competenze in generale che descrivano al professionalità dell’insegnante di italiano L2.
Cercheremo il prima possibile di restituire a chi era presente, ma soprattutto a chi non c’era interamente la ricchezza dei temi e dei punti di vista emersi durante la mattinata. Abbiamo registrato i due interventi iniziali e la tavola rotonda, compresi gli interventi dal pubblico.: con un poco di pazienza vogliamo provare a trascrivere gli audio integralmente. Intanto appena sarà possibile pubblicheremo alcune foto e materiali utilizzati dai relatori sul sito http://www.apidis.it
Grazie comunque a Alan per questo primo ‘assaggio’ che rende il vivace didattito svoltosi sabato scorso, saluti, Maurizio Sarcoli-presidente APIDIS