È uscito da pochi mesi Una preposizione tira l’altra, il volume edito da Loescher che affronta lo studio delle preposizioni italiane attraverso un viaggio nella cultura italiana. Per saperne di più su come è nato è strutturato il loro libro, Adgblog ha intervistato gli autori, Mauro Santoni e Elisa Ventre che ringraziamo per la disponibilità.
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Com’è nata l’idea di questo libro e perché proprio le preposizioni?
L’idea è partita dall’esperienza di Mauro come docente di italiano L2 all’estero in Albania: lì ha conosciuto per un corso di formazione la prof.ssa Franca Bosc, che gli ha proposto di collaborare alla collana sull’Italiano che stava curando per Loescher. Dopo di ciò, è cominciata la nostra collaborazione vista anche la formazione e l’esperienza di Elisa in didattica dell’italiano L2. Abbiamo pensato alle preposizioni perché a nostro avviso sono un argomento notoriamente insidioso quanto onnipresente, ma poco affrontato. Essendo poi le preposizioni una parte del discorso trasversale e versatile a tutti i livelli, si prestavano, secondo noi, allo sviluppo delle abilità linguistiche e ad una riflessione metalinguistica.
“Un viaggio con le preposizioni alla scoperta della cultura italiana”, questo è il sottotitolo del vostro libro: rispetto ad altri libri che si trovano sul mercato, che sono più legati ad aspetti grammaticali e funzionali, il vostro parte da testi molto ricchi a livello culturale. Come siete riusciti a mettere insieme questi elementi così diversi?
In gran parte seguendo alcune nostre grandi passioni (il Cinema, la Storia, la Letteratura, la Musica…) che ci sembravano particolarmente rilevanti per far conoscere la Cultura italiana, facendolo però da un punto di vista particolare e non stereotipato, dando cioè speciale rilievo a tante figure femminili significative e talvolta non abbastanza conosciute.
Quanto c’è nel libro della vostra esperienza di insegnanti di italiano L2?
Ovviamente tantissimo, ma ha influito anche la competenza di Mauro come docente curricolare di Lettere nella scuola secondaria di primo grado. Questo ci ha permesso di dare al nostro lavoro uno sguardo un po’ più ampio e di offrire un volume che potesse essere rivolto anche a i/le discenti di italiano L1.
Come funzionano le unità? Quali sono le fasi che portano alla scoperta dell’uso delle preposizioni? Qual è il ruolo del testo all’interno di questo percorso di scoperta?
Le 12 unità, graduate e tematiche, sono tutte organizzate secondo uno schema comune: testo di ingresso, esercizi introduttivi per attivare le pre-conoscenze, spiegazione, esercizi di fissaggio e di rinforzo, un’attività ludica e un’altra al di fuori dell’argomento tematico dell’unità, per affrontare anche esempi di linguaggio di ambito quotidiano, più un testo conclusivo. Il ruolo del testo all’interno di questo percorso è per noi fondamentale e, visto la natura sia pratica che diversificata delle preposizioni, abbiamo cercato e/o ideato testi che fossero il più possibile “vivi” ed eterogenei.
Vi è rimasto qualcosa di non detto nel vostro libro? Che altro si potrebbe fare sulle preposizioni?
Sì, delle unità su Storia dell’Arte e fumetti, due argomenti che ci stavano particolarmente a cuore e che siamo riusciti solo in parte a “recuperare” negli esercizi di valutazione finali.
Nella vostra esperienza di insegnanti qual è il modo migliore per presentare le preposizioni alla classe? Singolarmente oppure per nozioni (di tempo, spazio, specificazioni ecc.)? Prima le semplici e poi le articolate? Le monosillabiche e poi le polisillabiche?
L’intento è stato quello di cercare di creare uno scambio tra la didattica dell’italiano L2 e L1. In ogni caso siamo partiti sempre da un approccio induttivo per accompagnare l’apprendente alla scoperta delle funzioni delle preposizioni, attraverso testi ed attività il più possibile stimolanti. A nostro avviso, nell’affrontare il tema “preposizioni” resta comunque necessario distinguere l’aspetto morfologico (semplici, articolate, improprie, locuzioni) da quello poi del loro uso, altrettanto importante.
“Una preposizione tira l’altra”: ci sono in progetto altri “tiri”?
Mai dire mai: magari in futuro verrà fuori qualche altro “tiro mancino”…
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