L’apprendimento dei verbi “piacere”, “mancare”, “servire”
Impariamo come usare i verbi “piacere”, “mancare” e “servire” in italiano L2/LS attraverso la grammatica valenziale.
Un altro nodo critico nell’apprendimento dell’italiano come lingua non materna (ma anche nella riflessione metalinguistica nelle classi della scuola italiana) sono i verbi come “piacere”, “mancare”, “servire” etc.
Questi verbi, infatti, hanno una struttura diversa da quella più consueta, nella lingua italiana, dei verbi come “mangiare”, in cui il soggetto è agente dell’azione e l’oggetto chi/che cosa è coinvolto nell’azione espressa dal verbo (“Io mangio una mela”). Questi verbi, invece, hanno come oggetto indiretto chi fa esperienza del processo o stato mentale e come soggetto lo stimolo, ciò che attiva, genera, rende possibile questo processo o stato mentale.
Lingue come l’inglese costruiscono frasi con verbi come “like” (‘piacere’) e “miss” (‘mancare’) diversamente dall’italiano: in inglese chi prova piacere o sente una mancanza è soggetto, mentre ciò che stimola il piacere o provoca mancanza è oggetto diretto.
Se chiediamo nelle classi della scuola italiana qual è il soggetto di frasi come “Mi piacciono i cioccolatini”, una buona parte delle alunne e degli alunni risponderà “mi”.
Anche in questo caso riteniamo che la grammatica valenziale, con i grafici e i colori, possa essere di grande supporto per facilitare la comprensione della struttura rendendola più trasparente.
Ulteriore fattore di complessità nell’acquisizione di queste struttura è, inoltre, la frequente presenza, con verbi come “piacere”, “mancare”, “servire”, dei pronomi clitici (mi, ti, le, gli, ci, vi, gli) che sono atoni e si appoggiano al verbo ospite, precedendolo se il verbo ha forma finita e seguendolo se ha forma non finita o è all’imperativo.
Attività che prevedono l’analisi di coppie minime di frasi come “La cioccolata piace a me” / “Mi piace la cioccolata” (che focalizzano l’attenzione dell’apprendente sia sul diverso ordine delle parole nella frase che sulla corrispondenza tra “a me” e “mi”) seguite dall’analisi di frasi con diverso soggetto sintattico come “Mi piacciono i cioccolatini” (soggetto plurale e diverso accordo con il verbo per persona e numero) facilitano la comprensione di queste strutture marcate.
I grafici che seguono possono essere impiegati nella fase dell’unità di lavoro/apprendimento della riflessione metalinguistica, dopo che il gruppo-classe ha fatto esperienza di testi (letti/ascoltati, compresi e analizzati) con alta frequenza di strutture complesse di questo tipo. I primi grafici sono forniti già compilati, i successivi richiedono alle e agli apprendenti di mettersi in gioco per completarli.
Consigliamo poi di esercitare le e gli apprendenti con tante attività, più semplici e via via più complesse per cercare di consolidare l’uso di queste strutture marcate della frase anche con altri verbi.
Con apprendenti di livello più alto potrebbe essere anche approfondito il tema di come diversi ordini della frase veicolino informazioni diverse. Per esempio, alla domanda “Che cosa ti piace”, la risposta appropriata è “Mi piace la cioccolata”; l’enunciato “La cioccolata piace a me” può essere usata per correggere un precedente enunciato prodotto dall’interlocutore del tipo “La cioccolata piace a tuo fratello”.
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Immagine creata con Pixlr AI
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