Scarabocchiare sovrappensiero, magari al telefono; piegare ossessivamente un pezzo di carta seguendo chiare linee inconsce; ripetere sequenzialmente dei simboli sul foglio di carta (o su un file word) come a sgomberare la mente satura di pensieri o troppo impegnata a decifrare le parole del referente che ci troviamo davanti. Per i più questi gesti sono inconsci, utili a combattere la noia o scaricare la tensione del momento; gli psicologi li utilizzano per connotare meglio la personalità di un assistito; ma Ignacio Uriarte ne ha fatto una vera e propria forma d’arte.
Questo artista tedesco (in mostra presso la Galleria Gentili di Prato) ha messo a frutto la sua pregressa esperienza nell’ambito del lavoro d’ufficio, essendo stato impiegato presso multinazionali quali Siemens e Canon, con i rituali e le piccole manie che ne derivano, diventando un full-time artist.
La sua produzione propone materiali che si ritrovano in un ufficio-tipo: fogli A4, bic e lapis, gommini, documenti battuti a macchina, ecc. Attraverso la loro decontestualizzazione essi assumono un nuovo fascino, un nuovo significato, una nuova estetica che mutua formalmente dall’arte minimal e concettuale delle origini, pur mantenendo la sequenzialità e la depersonalizzazione, proprie delle mansioni d’ufficio, quasi a voler denunciarne la sofferenza percepita dall’autore stesso.
Una selezione accurata ed essenziale che ben si sposa con gli spazi espositivi della galleria toscana, che ha inaugurato la mostra con la presentazione del libro d’artista “360°” del medesimo e che rimarrà visitabile fino al 28 aprile 2012.
La Galleria Gentili si trova in via del Carmine 11 a Prato e rimane aperta dal martedì al sabato, dalle 14:00 alle 19:00, info@galleriagentili.it.
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