Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922 – Roma 1975) è stato uno dei più importanti scrittori del secolo passato. E’ stato anche regista, sceneggiatore, traduttore e giornalista. Ha scritto molte poesie. Qui di seguito ve ne proponiamo due di facile comprensione.
Senza di te tornavo, come ebbro,
non più capace d’esser solo, a sera
quando le stanche nuvole dileguano
nel buio incerto.
Mille volte son stato così solo
dacché son vivo, e mille uguali sere
m’hanno oscurato agli occhi l’erba, i monti
le campagne, le nuvole.
Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
della fatale sera. Ed ora, ebbro,
torno senza di te, e al mio fianco
c’è solo l’ombra.
E mi sarai lontano mille volte,
e poi, per sempre. Io non so frenare
quest’angoscia che monta dentro al seno;
essere solo.
(1945 – 1946)
- parole difficili:
ebbro: ubriaco
dileguano: spariscono, scompaiono lentamente
dacché: da quando
m’hanno oscurato agli occhi: non mi hanno fatto vedere
frenare:: rallentare, trattenere
angoscia: sofferenza psicologica
monta: sale
seno: petto, cuore, parte fisica per indicare l’animo del poeta
Provate ora a confrontare questa poesia con “Alla sera” di Ugo Foscolo.
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Supplica a mia madre
È difficile dire con parole di figlio
Ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il mio amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma, ora è finita.
Sopravviviamo ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
(25 aprile 1962)
- parole difficili:
Supplica: preghiera, richiesta gentile
assomiglio: sono simile
dannata: condannata
irrimediabile: che non si può rimediare, cambiare
tinta: colore
Questa poesia si ritrova anche nel film “I Cento Passi“, nella scena in cui Peppino Impastato s’incontra segretamente con sua madre.
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Accademia del Giglio
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[…] Senza di te tornavo, come ebbro di Pier Paolo Pasolini […]
Bellissime e toccanti tali da riportarle nella mia antologia poetica. Grazie di avere scelto queste due poesie. Sto esaminando i sentimenti umani nell’ambito poetico. Angela Maria Tiberi
Moravia diceva “soltanto nasce un poeta ogni secolo” Pasolini e più di un poeta, credo che è stato “UN ILLUMINATO” della estetica, che grande onore per l’ Italia e aver avuto un figlio così grande che ci ha lasciato POESIA da ” leggere” e “vedere”
Mario Navarrete Niño
Per chi volesse sentire alcuni versi di “Supplica a mia madre”, c’è una splendida recitazione di Luigi Lo Cascio nel film “I cento passi”. Potrebbe seguire una discussione sulla scena.