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Calcola la tua impronta sul pianeta

foto-momo-discarica-di-bellolampo1Per mantenere uno stile di vita paragonabile attualmente a  quello europeo, secondo gli ultimi dati, non basterebbe più il pianeta Terra, ma ne occorrerebbe uno almeno 2,5 volte più grande. Questo non è sostenibile e bisogna correre ai ripari, ma quali sono le misure da adottare su scala mondiale? Soprattutto, cosa può fare una singola persona per contribuire con il suo comportamento alla soluzione del problema? Nel 1996 Mathis Wackernagel, con William Rees, ha formulato il concetto di impronta ecologica e nel 2003 ha fondato il Global Footprint Network che si prefigge di  individuare la metodologia più corretta per il calcolo dell’impronta, considerando questa voce altrettanto importante che il Prodotto Interno Lordo per l’economia di un paese.

Che cos’è l’impronta ecologica? Si tratta di un indice statistico che prende in considerazione tutti gli aspetti del consumo, dall’energetico all’alimentare, e la quantità di rifiuti prodotta e che vuole misurare l’impatto che una discariche-etna-09nazione, una città o anche un individuo ha sulla natura, calcolando in ettari la quantità di superficie terrestre o marina che occorre per produrre le risorse ed assorbire i rifiuti e se il territorio più immediatamente disponibile possa soddisfare le esigenze di una popolazione. Il WWF, dal 1999, si occupa di aggiornare costantemente l’indice con il suo Living Planet Report.

Nel nostro piccolo, ciascuno di noi può visitare uno dei tanti siti Internet dedicati all’argomento e facilmente capire quanto il nostro stile di vita, anche in ambito lavorativo e professionale, anche in cose apparentemente scollegate, vada ad incidere sull’ambiente. Fatto ciò, sta a noi apportare cambiamenti per far diventare la nostra impronta ecologica sul pianeta la minima possibile.

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