Una giornata uggiosa come quelle di questi giorni, con una pioggerellina sottile che entra da tutte le parti, ci introduce al mese di marzo. Definito pazzo per le imprevedibili variazioni del tempo, viene descritto nella sua tipicità da questa poesia di Salvatore Di Giacomo, che trovate nella versione originale in napoletano e poi, se ne avete bisogno, in italiano nella traduzione di Pier Paolo Pasolini. Inoltre, se lo desiderate, potete ascoltarla qui nell’esecuzione magistrale di Roberto Murolo.
Marzo
Marzo: nu poco chiove
e n’ ato ppoco stracqua:
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.
Mo nu cielo celeste
mo n’aria cupa e nera:
mo d’ ‘o vierno ‘e tempeste
mo n’aria e primmavera.
N’auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole
ncopp’ ‘o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole…
Catarì!… Che vuo’ cchiù?
Ntienneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’auciello songo io.
– – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – –
Marzo: un po’ piove
e dopo un po’ cessa di piovere:
torna a piovere, spiove,
ride il sole con l’acqua.
Ora un cielo celeste,
ora un’aria cupa e nera:
ora le tempeste dell’inverno,
ora un’aria di primavera.
Un uccello freddoloso
attende che esca il sole:
sopra il terreno bagnato
sospirano le viole…
Caterina!…Che vuoi di più?
Cerca di capirmi, cuore mio!
Marzo, lo sai, sei tu,
e quest’uccello sono io.
Esercizio
Questa che vi presentiamo qui di seguito è la prima parte di un’antica favola tratta dalla raccolta Lo cunto degli cunti, scritta da Giambattista Basile tra il 1634 e il 1636. In uno schema che si ripropone in tante altre fiabe, ci troviamo in presenza di due fratelli (ma potrebbero essere due sorelle) dei quali uno rappresenta l’elemento negativo della coppia e l’altro l’elemento positivo. Ovviamente il più buono dei due sarà quello che verrà ricompensato per la sua gentilezza, mentre il cattivo riceverà la giusta punizione. La favola è stata scelta per il suo riferimento al mese di marzo e servirà per l’esercizio sui verbi che dovranno essere coniugati al modo e al tempo richiesti dalla logica della narrazione.
Giornata V – favola II
C’erano una volta due giovani fratelli che (essere) _________ diversi fra loro com’è diverso il giorno dalla notte. Il maggiore, Cianne, avaro ed egoista, (riuscire) __________ ad arricchire a dismisura, mentre il minore, Lise, generoso ed altruista, si era ridotto in tale povertà da non sapere, al mattino, che cosa (lui-mangiare) _________ alla sera. Tuttavia Lise (essere) __________ sempre allegro e pronto ad aiutare il prossimo, mentre Cianne, sospettoso di tutti e diffidente, (soffrire) __________ di un malumore perpetuo.
Un giorno Lise pensò «Qui in paese non farò mai fortuna, e non posso nemmeno chiedere a mio fratello di aiutarmi perché (io-dargli) __________ un dispiacere troppo grosso. E’ meglio che (io-andarmene) __________. Sono giovane e ho voglia di lavorare: il Cielo mi aiuterà’.» Detto fatto, e senza prendere seco nemmeno un fagottino perché (lui-non possedere) _________ niente, (lui-infilare) _________ la prima strada che vide, e via, (seguire) _________ il naso. Attraversò diverse contrade, ma invano: la fortuna (sembrare) __________ volesse volgere le spalle al giovane, che però non aveva perso il suo solito buon umore.
Una sera Lise fu colto da un furioso temporale, e in un batter d’occhio fu fradicio fino al midollo. Per fortuna (lui-vedere) _________ in lontananza un lumicino di campagna dove era certamente acceso il fuoco; infatti lo vide brillare attraverso i vetri. «Almeno potrò asciugarmi gli abiti » pensò (rallegrarsi) __________; spinse la porta ed entrò. L’osteria era occupata da dodici viaggiatori che (sedere) __________ in cerchio attorno al focolare, e non c’era posto per lui. «Buona sera, signori» disse rispettosamente; e sedette in distanza per non disturbare. I dodici personaggi (volgersi) __________ tutti insieme a guardarlo, e (notare) _________ che (lui-sgocciolare) _________ acqua da tutte le parti, (loro-stringersi) _________ un po’. «C’è posto anche per te» disse gentilmente uno di loro. «Vieni avanti e siedi qui con noi.» Lise non (farselo) __________ ripetere; trascinò la sedia vicino alla fiamma e (lui-protendere) _________ le mani al piacevole calore. Mentre si scaldava, guardava il viaggiatore seduto vicino a lui, e (accorgersi) __________ che era un uomo piuttosto giovane, ma con un aspetto corrucciato, proprio come se qualcuno (contrariare) __________ . «(Coglierti) __________ il temporale eh?» disse lo sconosciuto che (sedergli) _________ accanto. «Che cosa ne dici, di questo tempaccio?» «Che cosa volete che (io-dire) __________?» replicò Lise, «siamo nel mese di marzo, ed (essere)_________ giusto che (piovere) _________. Noi (lamentarci) __________ sempre, dell’estate perché fa caldo, dell’inverno perché fa freddo, e della mezza stagione perché è mutevole. Ma il Signore (fare) __________ le cose per benino, e la colpa è nostra se siamo incontentabili.» «Ma del mese di marzo» (insistere) __________ lo sconosciuto, «che cosa ne pensi? A un giorno di sole (seguire) _________ un giorno di neve; (soffiare) _________ un po’ di venticello tiepido, e subito dopo ecco una gelida tramontana. Hanno ragione quelli che lo definiscono pazzo e lo detestano.» «Oh, no!» (esclamare) _________ Lise vivacemente, «c’è il vento, sì, ma (servire) _________ a mandar via le nuvole e a spazzar bene il cielo. (Nevicare) _________, sì, ma nessuno (spaventarsene)_________ perché la neve marzolina viene alla sera e va via alla mattina. E infine è il mese che annuncia la primavera: (bastare) _________ un giorno di sole per ricoprire di fiori e i prati.”…
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