Immaginate di potervi muovere solo se qualcuno spinge la sedia a rotelle su cui siete seduti, o di esser voi a spingere un passeggino con il vostro bambino sopra, o di trascinare un carrellino strapieno della spesa che avete appena fatto al supermercato, o di essere una persona con scarsa mobilità, perché anziana o danneggiata nel fisico, o, last but not least, di essere un pedone senza particolari problemi che, però, si trova il passaggio bloccato da un mezzo parcheggiato in maniera non consona al Codice della strada.
Che potete fare a quel punto? Non c’è molta scelta: scartata immediatamente l’idea di avvertire i vigili urbani (sic), non resta che cercare una via d’uscita che si potrà comunque trovare sempre, o allungando malvolentieri il percorso o gettandosi a sprezzo del pericolo in mezzo alla strada.
Tutto questo perché? Perché ci sono alcuni utenti della strada, in particolare automobilisti, ma anche scooteristi e/o “innocui” ciclisti, che hanno ben pensato di lasciare il loro mezzo dove non avrebbero dovuto farlo, nella totale indifferenza delle difficoltà altrui. Qual è la scusa che questi personaggi adducono, qualora interpellati sul loro gesto? – Ma dai, è solo per un minuto! Un attimo e torno. Io che scrivo mi sono sentita proferire personalmente questa assurda frase da una ragazza che pretendeva di parcheggiare davanti al cancello, impedendomi di uscire con la mia auto, per il tempo che le sarebbe occorso per andare al bar!
Non è mai solo un minuto, non è mai un attimo; e anche se lo fosse? È un minuto o un attimo che viene tolto a chi ha più necessità di transitare che l’altro di parcheggiare sul marciapiede. È un fenomeno di maleducazione imperante, di prepotenza, di barbara supponenza di essere di più nel diritto.
Stanca, dunque, di far parte del gruppo dei “becchi e bastonati”, Lorella Ronconi, che i lettori di questo blog hanno già conosciuto e ammirano per il coraggio e l’intraprendenza, è diventata paladina di un movimento, chiamato #SOLOUNMINUTO, volto a sensibilizzare le persone su questo fenomeno negativo. – A me questa frase è stata detta molte volte,- afferma Lorella Ronconi, – ma il 15 maggio u.s., di ritorno da un convegno sulle barriere architettoniche, mi è stata ripetuta dalla conducente di un SUV che aveva letteralmente invaso il marciapiede sul quale cercavo di far ritorno a casa. Mi sono sentita “violentata”, abusata per l’ennesima volta e derisa, per certi versi. Un deja-vu che mi ha fatto arrabbiare; in seguito mi ha portato a riflettere sulla maleducazione in peggioramento, nei confronti delle persone disabili, da parte di chi, essendo cittadino dovrebbe conoscere le regole del vivere civile e, avendo preso una “patente”, dovrebbe conoscere altrettanto bene il codice della strada.
Come funziona #SOLOUNMINUTO? È attiva su Facebook la pagina omonima, che, iniziata un po’ in sordina, sta raccogliendo adesioni vertiginose, in tutta Italia e all’estero (estratto dal comunicato ufficiale: Da venerdì 13 ottobre a lunedì 13 novembre, alla pagina FACEBOOK sono arrivati migliaia di “mi piace” (oltre 6200), i contatti ci sono stati da più di 14 Paesi nel mondo tra cui la Cina e da quasi tutte le città Italiane. Un successo, inaspettato, ma molto, molto gradito). La pagina pubblica fotografie che immortalano, nascondendone la targa, automobili e altri mezzi anonimi lasciati irregolarmente, “solo per un minuto” o anche per giorni, in stalli per portatori di handicap, sugli scivoli dei marciapiedi o sui marciapiedi stessi: insomma ovunque non potrebbero stare, non per un ghiribizzo del fotografo, ma perché il Codice stradale lo proibisce. Una pagina che non ha un intento polemico e non vuole essere minacciosa nei confronti degli “irregolari”, anche se qualcuno l’ha pensato e si è indignato, salvo poi dovere chiedere pubblicamente scusa… Una pagina che, con l’ironia richiesta da una donna ironica come Lorella, vuole suggerire come con poca fatica si può rendere la vita più accessibile per tutti.
Come Lorella ci tiene particolarmente a sottolineare, #SOLOUNMINUTO è unicamente un movimento culturale non violento, una riflessione su un fenomeno in cui tutti siamo attori/spettatori: non è, e non vuole diventare, una campagna denigratoria o aggressiva in cui incolpare qualcuno di qualcosa; non è tout-court contro chi parcheggia male, ma a favore della reciproca collaborazione in vista di un cambiamento di atteggiamento. Mai e poi mai farà quello che già alcuni stanno chiedendo, cioè di lasciare le targhe in evidenza cosicché siano riconoscibili i proprietari, fomentando una forma di intolleranza altamente rischiosa. Qui non siamo in presenza di una caccia all’untore, ma alla ricerca di un maggiore senso civico da parte di tutti.
Visitate questa pagina, iscrivetevi e cominciate anche voi a inviare fotografie, entrate anche voi nella schiera delle persone che credono nel miglioramento: chiunque può mandare le foto alla pagina con la sola regola di cancellare tutte le targhe e tutti i volti e di allegare al post della foto la parola #SOLOUNMINUTO, così come ve l’ho scritta, tutta attaccata e sempre maiuscola, il nome della città e il nome della via. La raccomandazione principale è di fare sempre riferimento alle regole della policy di Facebook e della NETIQUETTE di #SOLOUNMINUTO. Se non desiderate che il vostro nome appaia, è sufficiente indicarlo agli amministratori del gruppo inviando il post come messaggio privato.
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